Tossicodipendenti e abbandonati

Segni di fatiscenza alle pareti nel 34,9 per cento dei casi delle 63 strutture monitorate, presenza di rifiuti o altro materiale abbandonato nel 14,3 per cento, soffitti o muri ricoperti di ragnatele nel 12,7 per cento. Appaiono così i Ser.T italiani visitati da 70 monitor civici, cittadini opportunamente formati da Cittadinanzattiva, che sulla base delle loro osservazioni hanno compilato il rapporto “Insert – monitoraggio dei cittadini sui servizi per le tossicodipendenza”, presentato oggi durante un convegno a Roma.

Critica anche la questione sicurezza: nel 42,9 per cento dei centri sono assenti la segnaletica per la vie di fuga, nel 55, 6 per cento non si trova la piantina del piano di evacuazione, in più sono stati osservati fili elettrici scoperti (11,1 per cento) e quadri di comando non chiusi a chiave (69,8 per cento). E ancora: nel 63,5 per cento dei casi non sono disponibili opuscoli informativi con i servizi offerti e i nomi degli operatori, nel 71,4 per cento indicazioni per come inoltrare suggerimenti e reclami.

Interpellati a loro volta, i responsabili dei servizi mettono in luce come non si sia in grado di garantire la reperibilità 24 ore su 24 per i casi urgenti nel 96,3 per cento dei casi, mentre nel 40,7 per cento dichiarano che non esistono altre tipologie di servizi collegati ai Ser.T, né strutture diurne (53,1 per cento) né unità mobili (64,2 per cento). Nel 32 per cento dei casi non esiste un numero di telefono dedicato a cui i pazienti si possono rivolgere.

L’indagine ha infine posto alcune domande a 302 medici di medicina generale da cui sono emerse le difficoltà che questi incontrano ad occuparsi dei tossicodipendenti a causa dello scarso tempo a disposizione (62,6 per cento), della difficoltà di collaborazione con le strutture specialistiche (50,3 per cento) e della propria inadeguata preparazione nel campo della tossicologia (45,7 per cento). E proprio a un maggior coinvolgimento dei medici di base nella gestione del paziente, sulla falsariga di un progetto portato avanti a Pescara dal 2001, ha sollecitato Cittadinanzattiva.(l.g.)

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