Tra arte e scienza

Lucia Impelluso (a cura di)La natura e i suoi simboli. Piante, fiori e animaliElecta-Mondadori, 2003pp. 384, euro 19,00Un nuovo dizionario Electa va a inserirsi nella serie di pubblicazioni di carattere iconografico-iconologico iniziata lo scorso anno e che la casa editrice milanese cura nella sua consueta perfetta veste formale: ottime e numerose riproduzioni a colori e apparato didascalico puntuale.Un’opera per il grande pubblico, che può avvicinare l’osservatore, il visitatore medio dei musei, a porsi qualche domanda in più di fronte a un’opera d’arte. Sarebbe forse ora di chiudere con gli svenevoli sospiri romantici che esaltano le pose dei personaggi e i colori di una tela o di un affresco, per far posto a un occhio più attento ai particolari e al perché del loro inserimento in alcune composizioni. I tanti significati che anche animali, fiori, frutta possono avere se inseriti in un determinato contesto, soprattutto in età umanistico-rinascimentale, per capire una volta per tutte che non fanno da semplice contorno ma costituiscono parte del significante dell’opera stessa. Spesso anche dipinti apparentemente semplici celano messaggi criptici, veri e propri virtuosismi d’erudizione, facilmente comprensibili dai committenti che li avevano richiesti, ma oggi profondamente nascosti ai più.È il caso delle Vanitas, allegorie profondamente religiose e morali e non certo intrise del gusto per il macabro, che mettono in evidenzia eloquenti memento mori quali teschi, su cui spesso passeggiano delle mosche (caducità della vita), oppure rane (che vivono nelle paludi), fiori recisi, nature morte, ecc. Ma l’esempio più calzante è forse quello relativo al celeberrimo dipinto di Vittorre Carpaccio, noto come “Le cortigiane” (Museo Correr, 1493-95), secondo un titolo romantico che è rimasto in voga fino a qualche anno fa. La tavola, oggi reintitolata “Le dame”, è in realtà la rappresentazione di due nobildonne veneziane in attesa dei loro mariti andati a pescare in laguna. Tale scena figurava originariamente nella parte superiore di questo dipinto, probabilmente un’anta di un’altana lagunare, tagliata e venduta da qualche antiquario per ottenere maggiori guadagni (oggi quella parte è a Malibu). Per comprendere il vero significato sarebbe bastato dare importanza agli innumerevoli elementi interni al quadro che lo suggeriscono: una pianta di mirto e docili cagnetti, tutti simboli di fedeltà coniugale al pari del pavone (animale sacro a Giunone, sposa fedele di Giove); le colombe, legate a Venere e a Maria, alludono alla purezza, così come lo stelo di giglio (il quadro è tagliato), fiore che l’arcangelo Gabriele porta al momento dell’Annunciazione, e le perle, che proprio per questo non potevano essere indossate da semplici cortigiane, altrimenti a rischio di percosse. Un dizionario, quindi, che può contribuire a un approccio più scientifico nell’ambito storico-artistico. Sicuramente il nuovo testo continuerà la fortuna editoriale che questa collana sta raccogliendo: le prime quattro uscite, considerando le co-edizioni straniere, hanno totalizzato qualcosa come duecentomila copie in pochi mesi, senza pubblicità né promozione.La pubblicazione, però, è caratterizzata da un ordinamento poco comprensibile. In effetti stiamo parlando di un dizionario, un prontuario d’uso, che in quanto tale dovrebbe fondare la sua struttura, a nostro avviso, sulla facile consultabilità, che invece gli è stata negata. Il dizionario, infatti, non segue un ordine alfabetico, ma va a riprodurre la sistematizzazione che il naturalista francese Buffon, intendente del Jardin des Plantes di Parigi, aveva dato alla sua Histoire Naturelle settecentesca. Una scelta lambiccata che porta il comune consultatore, quello cui sembra rivolta la pubblicazione, a destreggiarsi tra fiori, piante, frutti, animali divisi in tre categorie (di terra, d’acqua, d’aria), creature fantastiche, o, molto più semplicemente a una scomodissima preliminare ricerca nell’indice analitico di fondo.

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