Tracce di una supernova sulla Terra

Due milioni di anni fa una supernova avrebbe provocato l’estinzione della maggior parte degli organismi marini che vivevano sulla Terra. E’ quanto afferma il team di ricerca di Narciso Benitez dell’Università Johns Hopkins di Baltimora (Maryland) portando nuove evidenze a questa teoria elaborata già a partire dagli anni 50. Secondo i ricercatori esistono valide ragioni per credere che due milioni di anni fa una supernova vicina all’agglomerato di stelle Scorpius – Centaurus della nostra galassia abbia colpito l’atmosfera terrestre con raggi cosmici, danneggiando lo strato di ozono e mettendo in pericolo gli organismi viventi. Prima tra tutte, la scoperta tre anni fa da parte di un gruppo di scienziati tedeschi di alte concentrazioni di ferro – 60 in due strati di roccia oceanica, datati rispettivamente da 0 a 3 milioni di anni fa e da 4 a 6 milioni di anni fa. Si tratta di una rara forma di ferro prodotta sulla Terra dalle reazioni nucleari causate dai raggi cosmici. Come quelli prodotti dalle supernove, grandi stelle in agonia che, una volta esaurito il combustibile per la fissione nucleare, si surriscaldano fino ad esplodere, liberando enormi quantità di materia ed energia. L’esplosione della supernova, quindi, secondo il gruppo di Benitez, avrebbe ridotto lo strato di ozono del 60 per cento esponendo gli organismi marini ai pericolosi raggi ultravioletti del Sole. Che, a sua volta, avrebbe distrutto il plancton e provocato l’estinzione dei molluschi che ci vivevano. Tuttavia perché la teoria sia definitivamente confermata è necessario un ultimo tassello: il ritrovamento nello spazio dei resti di antiche supernove nei pressi degli agglomerati di stelle. (r.p)

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