La strategia per sconfiggere l’Aids percorre due strade parallele: la ricerca di un vaccino e la comprensione dei meccanismi attraverso i quali il virus contagia le cellule. Tre studi pubblicati da Nature Medicine di novembre fanno il punto su alcuni dei più avanzati progetti di ricerca nella lotta all’Hiv. Sul primo fronte da registrare il tentativo, condotto da Anthony Fauci e Giuseppe Scala, dell’Istituto Nazionale delle malattie allergiche e infettive degli Stati Uniti, di identificare gli “epitopi” che inducono l’organismo a produrre anticorpi contro l’Hiv. Si tratta di specifiche parti di proteine che, iniettate nel corpo, potrebbero stimolare l’immunità delle cellule nei confronti del virus. La terapia è stata sperimentata con successo nei macachi: dopo aver isolato gli epitopi corrispondenti ad alcuni sottotipi dell’Hiv, i ricercatori lo hanno iniettati negli animali. Che si sono autoimmunizzati nei confronti del Siv, la forma di Hiv che colpisce le scimmie. Nuova luce sui meccanismi cellulari indotti dall’Aids vengono invece dalla Germania, dove Andreas Baur e i colleghi dell’Università di Erlangen hanno scoperto in che modo il virus controlla il meccanismo di apoptosi, ovvero la morte programmata delle cellule in caso di infezione. L’Hiv si servirebbe di una proteina, la “nef”, che inibisce l’autodistruzione della cellula che ospita il virus, ‘disattivando’ la proteina che innesca l’apoptosi, la ‘bad’. Infine, un équipe di ricercatori statunitensi e italiani del San Raffaele di Milano, ha scoperto che l’herpesvirus 6 può favorire l’insorgenza dell’Aids. Leonid Margolis e Paolo Lusso hanno infettato tessuti tonsillari con l’HHV-6, rilevando una deviazione nel percorso dell’Hiv. Questo, infatti, per entrare nelle cellule, normalmente si serve di due recettori, il CD4 e il CCR5; nell’esperimento, invece, l’Hiv si dirigeva verso il recettore CXCR4, che, interviene solo in una fase successiva del decorso della malattia. (d.d.v.)
