Categorie: Società

Trent’anni d’Italia

Miriam Mafai
Diario italiano 1976-2006
Laterza 2006, pp. 486, €19,00

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Miriam Mafai, giornalista, saggista, che ha rivestito anche incarichi parlamentari (è stata eletta alla Camera dei Deputati con il Pds), propone un Diario di cronache politiche italiane degli ultimi trenta anni. I fatti sono selezionati in base alla loro significatività e alle conseguenze che hanno provocato. L’occhio è quello attento e sagace di una delle poche donne giornaliste e croniste parlamentari negli anni Settanta.

La prima pagina di questo lungo filmato sull’Italia che cambia è dedicata al 14 gennaio 1976, giorno in cui i capigruppo della Camera dei Deputati, presidente Sandro Pertini, si riunirono per valutare l’opportunità di una calendarizzazione del tema dell’aborto, poi tradotto in legge, nel 1978. Fu il primo articolo di Miriam Mafai  pubblicato sul primo numero del neoedito quotidiano “La Repubblica”. Diario italiano, si conclude, poi, con un omaggio al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e con la cronaca del suo primo giorno al Quirinale. Il filo conduttore di questi trenta anni è tuttavia tracciato fin dall’inizio e consiste nel lungo cammino del nostro paese alla conquista di valori laici, gli unici a poter riconoscere alle donne libertà e diritti. Aldilà delle vicende degli uomini e dei partiti, in Diario italiano emerge con forza l’attenzione al ruolo delle donne, che, pur non sempre protagoniste attive della scena politica principale, di certo lo sono state di un mutamento politico e sociale profondo.

Miriam Mafai, riflette così nei suoi editoriali guardando oltre la notizia, ampliandone lo scenario in prospettiva, sui temi più dirompenti della laicità, come, per esempio, le leggi sull’aborto, la fecondazione assistita o la contraccezione. In particolare, il 23 maggio 1998, evidenzia “la violenza dell’argomentazione” e la buona dose di terrorismo psicologico utilizzate da papa Giovanni Paolo II sul tema dell’aborto e della ripetuta affermazione dei “tre milioni e mezzo di bambini soppressi negli ultimi venti anni in Italia” che, afferma la giornalista, ha rischiato di riaprire in modo inattuale la contrapposizione laici-cattolici.

Dove, l’inattualità è nel non riconoscere la diffusa fluidità dei comportamenti e delle convinzioni dei cittadini, che travolti da un mondo in rapido e continuo cambiamento, hanno difficoltà nel riconoscersi nelle une o nelle altre scelte. Ed è così, che nella ricerca di un nuovo modo di stare al mondo, occorrerebbe liberarsi di facili nostalgie del passato.

Le cronache asciutte di Diario italiano riescono a non cadere nel tranello del falso mito del passato, e si concedono solo quel pizzico di  nostalgia, dovuto a un tempo e a uno spazio vissuto in età giovanile. Potremmo, invece, dedurre che una buona rilettura del passato, anche quello più recente contribuisce di certo a ragionare con maggior avvedutezza su nuove formule per un futuro possibile.

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