“Troppe dighe nel mondo”

Un nuovo rapporto del Wwf identifica i 21 fiumi più esposti al pericolo delle dighe. Il primo è lo Yangtze in Cina, con 46 grandi dighe progettate o in costruzione. Ma sono inclusi nella lista anche il Rio delle Amazzoni, il Rio de La Plata in America del Sud, il Tigri e l’Eufrate in Medio Oriente, e il Danubio in Europa. Secondo i dati, oltre il 60 per cento dei 227 fiumi più grandi del mondo è stato frammentato dalle dighe. Conseguenze: la distruzione delle zone umide, il declino delle specie di acqua dolce, come delfini di fiume, pesci e uccelli e il trasferimento forzato di decine di milioni di persone. Il rapporto accusa i governi, colpevoli di non applicare le raccomandazioni della Commissione Mondiale sulle dighe (Wdc) nei loro progetti. Così, a causa di impianti di irrigazioni inefficienti, ogni anno vengono sprecati fino a 1.500 trilioni di acqua, dieci volte la quantità consumata ogni anno in Africa. “È raro che a godere dei benefici delle dighe, come i rifornimenti di acqua pulita, siano le persone che più da vicino soffrono gli svantaggi dovuti alla loro costruzione”, afferma Ute Collier, capo della Dams Initiative Wwf. Sono, infatti, le comunità che vivono a valle delle dighe a fare i conti con i fiumi in secca e con la riduzione degli stock di pesce. (r.p.)

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