Troppo vapore nella stratosfera

Ancora brutte notizie per il prezioso strato di ozono, indispensabile per filtrare i raggi ultravioletti del Sole. In un articolo apparso nelle scorse settimane su Geophysical Research Letters, Drew Shindell, chimico dell’atmosfera del Goddard Institute della Nasa, spiega come troppo vapore acqueo nella stratosfera favorisca l’ulteriore svilupparsi del buco nell’ozono. Responsabili di questo eccessivo accumulo di vapore sarebbero ancora una volta i gas serra. Quello di Shindell è il primo studio a trovare una relazione diretta tra le emissioni nocive e l’impoverimento di ozono sopra le zone popolate del pianeta.

La stratosfera è uno strato quasi del tutto privo di molecole d’acqua. O almeno così era fino a circa quaranta anni fa, quando, secondo lo studio di Shindell, sarebbe iniziato l’accumulo di vapore acqueo. A questa conclusione si è giunti nel tentativo di spiegare un insolito fenomeno: la diminuzione della temperatura nella fascia compresa tra i 30 e i 50 chilometri di quota, zona dove invece solitamente la temperatura aumenta proporzionalmente alla distanza dalla superficie terrestre.

I dati raccolti nell’arco di sette anni dall’Upper Atmosphere Research Satellite nell’ambito dell’esperimento Haloe (Halogen Occultation Experiment), cominciato nel 1991, hanno rilevato un abbassamento nella temperatura che varia dai 3 ai 6 gradi centigradi. Con l’aiuto di modelli climatici elaborati al computer si è verificato che questo fenomeno accade in concomitanza con l’accumularsi di vapore acqueo nella stratosfera. Tale ipotesi sarebbe consistente anche con altre misurazioni effettuate nella bassa stratosfera in un arco di 14 anni. Da qui il campanello d’allarme: la presenza di molecole d’acqua in zone dell’atmosfera dove solitamente non dovrebbero essercene, ha pericolose ripercussioni. In particolare l’acqua è in grado di legarsi alle molecole di ozono e di romperle, favorendo così l’ulteriore impoverimento di questo prezioso elemento.

Ma da dove viene questo eccesso di vapore acqueo? Come spiega Shindell nel suo articolo, circa un terzo dell’umidità stratosferica sarebbe attribuibile a molecole di metano che, ossidandosi, favoriscono l’accumulo di vapore nell’atmosfera. Un altro notevole contributo sarebbe dato dall’effetto serra in quanto il progressivo riscaldarsi dell’aria trattiene maggiori quantità di vapore nei bassi strati dell’atmosfera. Metano e gas serra sarebbero dunque i principali imputati.

Shindell sottolinea nel suo articolo come sia l’ozono sia il vapore acqueo hanno un ruolo fondamentale nella salute del nostro clima. Quando i loro livelli nell’atmosfera cambiano, anche i delicati equilibri fra la Terra e la sua atmosfera mutano pericolosamente. Il vapore intrappola il calore terrestre, mentre la perdita di ozono favorisce il raffreddamento dell’atmosfera. Finora il vapore accumulato è tale che il riscaldamento che ne consegue nasconde gli effetti del raffreddamento dovuto alla perdita di ozono. Tuttavia fermare l’impoverimento di ozono dell’atmosfera è importante per bloccare le dannose radiazioni ultraviolette.

Per questo Shindell conclude il suo lavoro con un ulteriore monito a ridurre le emissioni nocive nell’atmosfera. E ancora una volta ci si stupisce di come questo monito arrivi dallo stesso paese che si è appena ritirato dal trattato di Kyoto e dove una recente statistica ha mostrato che il consumo energetico medio per abitante è ben tre volte quello europeo

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