Categorie: Fisica e Matematica

Trovato il bosone di Higgs, ma la caccia continua

La caccia al bosone di Higgs sarebbe finita. Scoperta la particella di Dio, titolava il quotidiano britannico Daily Mail domenicaalludendo agli inviti importanti recapitati per la conferenza del Cern di Ginevra del 4 luglio, come quello rivolto allo stesso Peter Higgs. Dello stesso parere, anche se più timido, il Tevatron di Batavia, che battendo sul tempo il collega oltreoceano suggerisce l’esistenza della misteriosa particella (anche se, precisa, solo i dati diffusi dall’Lhc possono far parlare di una vera e propria scoperta). A chiudere il quadro di higgsteria di questi giorni ci sono poi i rumors disseminati qua e là sui blog di fisici come Peter Woit della Columbia University di New York, o un articolo sul sito di Nature, titolato I fisici trovano una nuova particella, ma è l’Higgs?. Insomma, l’annuncio, ancorché ufficioso, c’è in qualche modo stato, e ci si interroga ora sulle implicazioni che la scoperta della più sfuggente delle particelle possa avere sul mondo della fisica. 

Cosa significherebbe aver trovato il bosone di Higgs, la cui esistenza è stata proposta attraverso un meccanismo da aggiungere al Modello Standard, la teoria che spiega come le particelle interagiscono nel modo visibile? Risolti tutti i misteri? Tutt’altro, come racconta Wired.com

Di particelle sfuggenti la fisica è ancora, tenacemente, alla ricerca, con gli stessi strumenti per lo più messi in campo per stanare il bosone di Higgs, come appunto è Lhc. Si tratta di trovare conferma, tracce, che avvalorino la teoria della supersimmetria: una sorta di estensione al Modello Standard, secondo la quale ogni particella nota avrebbe una corrispondente supermassiva nel mondo subatomico (qui un video esplicativo del New Scientist). Come racconta Csaba Csaki della Cornell University si tratta di una delle teorie più amate dagli esperti: “Per i fisici delle particelle, più c’è simmetria, più è bella una teoria”. 

Nata intorno agli anni Sessanta, fino a oggi la teoria non ha raccolto alcun tipo di evidenza scientifica: nessuno dei superpartner, neanche il più leggero di quelli previsti, chiamato stop quark – al centro della supersimmetria e in grado di rendere ragione di molte delle proprietà dello stesso Higgs – è stato osservato. Neanche l’accensione di Lhc ha prodotto i risultati sperati, il che, col tempo, ha costretto gli scienziati a rivedere i concetti alla base della supersimmetria. E la scoperta del bosone di Higgs intorno ai 125 gigaelettronvolt (GeV) costringe i fisici a nuove elaborazioni, nuove revisioni. 

Risolvendo tutt’altro che il problema e distruggendo così tutta la bellezza della teoria della supersimmetria, spiega Csaki, fino a doverla abbandonare, se dovesse continuare a mancare dei risultati cercati. Eppure, la caccia alle nuove particelle sfuggenti prosegue: continuando a scontrare particelle a Lhc, si spera che qualcosa, alla fine, possa venir fuori, magari lavorando a energie sempre più alte. E Csaki è piuttosto fiducioso al proposito: Spero davvero che dopo la scoperta di Higgs, ci sarà presto anche qualcos’altro”.

via wired.it

Credit immagine a Image Editor / Flickr

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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