Missione Rosetta, abbiamo trovato Philae

(foto:ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA; context: ESA/Rosetta/NavCam – CC BY-SA IGO 3.0)

Lo abbiamo trovato. A quasi due anni dallo storico sbarco sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, adesso possiamo anche vederlo, con un dettaglio mai raggiunto prima. Eccolo Philae, il lander della missione Rosetta, come da atteso in una posizione a dir poco complicata. Una conferma del perché comunciare con lander, e anche sperare che le batterie, ricaridandosi, potessero durare di più allungandone la vita operativa, siano state così difficili.

(foto: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)

Le immagini in cui il lander è stato scovato (nel lobo piccolo della sua cometa 67P) sono state scattate dalla sonda madre Rosetta (grazie alla telecamera OSIRIS) solo lo scorso 2 settembre, quando era ad appena 2,7 km di distanza. Vale a dire a meno di un mese dalla fine programmata della missione: il 30 settembre infatti la sonda Rosetta, così come prima di lei il lander piomberà sulla cometa, terminando la sua epocale impresa con un impatto controllato.

Riuscite a scovare Philae in questa immagine? (Credits: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)

 

L’ultima volta che vedemmo Philae, ricordano dall’Esa, fu dopo aver toccato il sito Agilkia, l’originario sito di accometaggio del lander. Dopo il contatto il robottino, di appena un metro di grandezza, avrebbe rimbalzato fino a posizionarsi nel sito in cui lo vediamo ora, soprannominato Abydos. La ricerca del lander era cominciata da tempo, passando in rassegna i punti sospetti di immagine relativamente meno dettagliate, ed ora ha prodotto i risultati sperati: “Questa fantastica notizia dimostra che adesso abbiamo la prova diretta mancante necessaria per collocare i tre giorni di attività scientifica di Phialae nel contesto opportuno, ora che sappiamo dove si trova”, ha commentato Matt Taylor, project scientist di Rosetta per Esa. Trovato Philae ora non rimane che attendere l’atterraggio della sonda madre, che potrebbe fornirici immagini ancora più dettagliate e stupefacenti di quelle che ci hanno mostrato il lander.

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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