SILENTE E INSIDIOSO. Sono i due aggettivi con più spesso viene descritto. Parliamo del tumore ovarico, malattia con cui in Italia convivono 50mila donne, che nel 2016 ha fatto registrare quasi 6 mila nuove diagnosi e che rappresenta una delle prime cinque cause di morte oncologica nella popolazione femminile tra i 50 e i 69 anni. Alla lotta contro questo tumore viene dedicata, in tutto il mondo da cinque anni, la giornata dell’8 maggio: #ovariancancerday è l’hashtag che rimbalzerà sui social network di 107 associazioni di 31 paesi che oggi saranno idealmente uniti per fare informazione sulla malattia e favorire lo scambio di esperienze, attraverso una grande campagna digitale (www.ovariancancerday.org). A promuovere la giornata nel nostro Paese è Acto onlus – Alleanza contro il Tumore Ovarico, la prima associazione nazionale di pazienti ad occuparsi di questa neoplasia. Che fa emergere dati preoccupanti: 6 italiane su 10 non conoscono la patologia, oltre il 70% ignora i sintomi e non sa a quali esami ginecologici dovrebbe sottoporsi per scoprirla in tempo. Motivi per cui la diagnosi, nella maggior parte dei casi, arriva tardi, quando la malattia è in fase avanzata e si è diffusa ad altri organi. Questo accade in circa sei casi su dieci: è la stessa percentuale di chi non sopravvive al tumore. Tant’è che la sopravvivenza media a 5 anni non supera il 40% (contro l’89% del tumore al seno); se il tumore viene individuato quando è ancora confinato nell’ovaio, invece, sale al 70-90%.