Società

Siamo tutti un po’ Neanderthal, anche gli africani

C’è un po’ di uomo di Neanderthal in tutte le popolazioni del mondo, africani compresi. Quasi un decennio dopo l’annuncio che escludeva gli africani da eredità (genetiche) neanderthaliane, nuove scoperte modificano ancora quello che sappiamo sul passato dei nostri antenati. A farlo oggi è uno studio pubblicato sulle pagine di Cell che, mettendo in campo un nuovo metodo di analisi statistica, cambia ancora le carte in tavola, mostrando che eredità neanderthaliane possono essere rintracciate per l’appunto in tutte le popolazioni moderne, anche in quelle africane.

A caccia delle tracce dei neanderthal

Da tempo genetisti e antropologi sfruttano l’analisi del DNA per capire non solo la storia di migrazioni e incroci dei nostri antenati in giro per il mondo, ma per comprendere anche in che modo queste hanno lasciato tracce sugli esseri umani moderni. E grazie ad analisi come queste riescono a ricostruire un po’ il nostro passato e comprendere il nostro presente. Eppure, secondo quanto sostengono oggi i ricercatori guidati da Joshua Akey della Princeton University, le analisi condotte in passato, che escludevano per esempio la presenza di DNA neanderthaliano negli africani, andrebbero riviste. Assumere che la distanza geografica abbia impedito la presenza di eredità del cugino neanderthal negli africani è una visione miope della nostra evoluzione, lasciano intendere gli autori. Tracce di neanderthal per esempio potrebbero essere arrivate fin qua grazie a migrazioni di ritorno in Africa di alcuni antenati europei.

Un nuovo metodo di analisi

La conclusione scaturisce dall’uso di un nuovo metodo per scandagliare tracce di neanderthal nelle popolazioni moderne. Il metodo in questione si chiama IBDmix e usa il principio della cosiddetta “identity by descent”, identità per discendenza, secondo cui due sequenze identiche lo sarebbero per derivazione da un antentato comune. Gli scienziati hanno applicato questo metodo di analisi per capire quali sequenze umane moderne sono simili ai neanderthal per discendenza appunto, e quali invece per incroci. Per farlo in passato sono stati usati metodi che usavano una sorta di popolazione di riferimento, come quelle africane, credute praticamente prive di eredità neanderthaliane per ragioni geografiche.

Tutti almeno un po’ neanderthal

Così, quando il team di Akey ha applicato il metodo IBDmix a circa 2500 rappresentanti delle moderne popolazioni – provenienti da 26 regini geografiche di Asia, America, Europa e Africa, incluse nel progetto 1000 Genomi – usando i genomi arcaici del Neanderthal di Altai come confronto, ha trovato tracce del cugino neanderthal anche nelle popolazioni africane. Un segnale più forte di quanto atteso, scrivono i ricercatori nel paper. Quanto forte? Parliamo di qualcosa pari a circa un 0,3% di tutto il genoma, più di quanto riportato in passato. Poche le popolazioni africane studiate ammettono i ricercatori, ma abbastanza per confermare che tutte quelle moderne portano con sé un po’ di neanderthal, come ha ribadito Lu Chen, tra gli autori del paper.

(Credits: Matilda Luk, Princeton University Office of Communications)

Secondo gli scienziati quanto osservato sarebbe imputabile – semplificando – a migrazioni di ritorno dall’Europa all’Africa che avrebbero così permesso di introdurre il DNA dei Neanderthal negli antenati delle moderne popolazioni africane (con il flusso di DNA neanderthaliano nelle popolazioni europee avvenuto prima della migrazione di ritorno). E non solo: lo studio di oggi indica che le popolazioni asiatiche non avrebbero così tanto DNA neanderthaliano in più rispetto agli europei. Una valutazione, secondo gli autori, derivata dai metodi usati finora. “Spesso riassuminamo la storia umana in termini piuttosto semplicistici. Per esempio, immaginiamo che ci sia stato un singolo evento out of Africa avvenuto tra 60 e 80 mila ani fa che ha popolato il mondo – conclude Akey – Tuttavia, i nostri risultati mostrano che la storia è stata molto più interessante e che ci sono state diverse ondate di migrazione dall’Africa, alcune delle quali hanno portato a incroci tra i moderni umani e i Neanderthal che possiamo vedere nei genomi di tutte le odierne popolazioni”.

Riferimenti: Cell

Credits immagine di copertina: cocoparisienne da Pixabay

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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