Vita

Asteroide o vulcani, cosa uccise i dinosauri? Le due ipotesi si incontrano su Science

Per milioni di anni hanno dominato sul Pianeta, sulla terraferma, negli oceani, nei cieli. Poi, improvvisamente, scomparvero, circa 65 milioni di anni fa. Ma cosa accadde di così catastrofico da portare rapidamente all’estinzione i dinosauri, insieme a tre quarti della vita allora esistente? Fu l’impatto di un meteorite a sconvolgere l’ambiente terrestre o fu una straordinaria attività vulcanica? In effetti, potrebbe essere stata una concatenazione di eventi catastrofici a produrre l’effetto letale. Ma come andarono esattamente le cose?

L’ultima puntata di questo giallo scientifico è in questi giorni sulle pagine di Science, dove le due più accreditate ipotesi sulla scomparsa dei dinosauri si trovano a confronto, rappresentate da due dei principali gruppi impegnati nelle indagini. L’uno di Princeton, pro vulcanismo, e l’altro di Berkeley, che sostiene l’ipotesi dell’impatto di un asteroide schiantatosi a Chicxulub, nell’attuale Messico. Entrambi i gruppi presentano una ricostruzione dell’attività eruttiva di un’immensa area vulcanica dell’India, i Trappi del Deccan. Le due cronologie, ottenuta con metodi diversi, portano a opposte conclusioni ma convergono su un punto: l’attività vulcanica durò un milione di anni, tra 400.000 anni prima di Chicxulub e 600.000 anni dopo. E si profila la possibilità che i due gruppi uniscano le forze per arrivare finalmente alla soluzione di questo “cold case” scientifico.

L’ombra lunga del vulcanismo

A Princeton la teoria del vulcanismo è di casa, e in particolare quella che chiama in causa specificatamente i Trappi del Deccan. Fu avanzata una quindicina di anni fa da un gruppo di ricercatori guidato da Gerta Keller, tra cui Blair Schoene, primo firmatario del nuovo studio pubblicato su Science. Il gruppo di geocronologi di Princeton, questa volta guidati da Schoene, ha studiato i depositi di cenere tra gli strati solidificati di lava seguendo la pista degli zirconi, minerali che vengono eruttati e che sono databili con il metodo uranio-piombo. Con questo metodo, Schoene e i suoi hanno individuato quattro picchi eruttivi separati, della durata di centomila anni.

A giocare un ruolo cruciale sarebbe stato il secondo picco, che ha dato origine a una grossa fascia di sedimenti, la Formazione di Poladpur. Secondo gli studiosi, il grosso dell’attività vulcanica si sarebbe innescato tra 66,1 e 66 milioni di anni fa, migliaia di anni prima dell’impatto di Chicxulub, che avrebbe ulteriormente incrementato l’attività vulcanica. “Il picco di vulcanesimo influenzò la vita immediatamente prima e durante l’impatto di Chicxulub”, dice Schoene. Sul lungo periodo, nel giro di un milione di anni, le emissioni di Co2 dai vulcani avrebbero innescato un riscaldamento globale e l’acidificazione degli oceani mentre sul breve periodo lo zolfo avrebbe favorito repentini raffreddamenti.

L’asteroide che piombò su Chicxulub

A Berkeley – che è invece la patria della teoria dell’impatto, formulata a metà degli anni Settanta dai due ricercatori Luis e Walter Alvarez, padre e figlio – il team guidato da Courtney Sprain è arrivato a conclusioni diverse. Utilizzando un’altra tecnica, il metodo argon-argon, i ricercatori hanno datato i depositi lavici. Secondo la loro interpretazione, il periodo di attività vulcanica sarebbe aumentato attorno all’estinzione di fine Cretaceo, in particolare dopo l’impatto di Chicxulub. Il 75% del volume di sedimenti del Deccan seguirebbe il periodo dello schianto e lo scatenarsi dell’attività vulcanica ne sarebbe conseguenza. Inoltre, profondi cambiamenti climatici si rileverebbero prima o nel periodo immediatamente successivo all’impatto, e in modo geologicamente veloce, da qualche mese a mille anni. I mutamenti del clima precedenti all’evento sarebbero dovuti solo alla prima fase delle eruzioni, una fase gassosa, e sarebbero avvenuti quasi mezzo milione di anni prims. Dunque non possono essere ritenuti i primi responsabili dell’estinzione dei dinosauri.

Quando scopriremo cosa uccise i dinosauri?

Quello su cui entrambi i gruppi convengono è che i due approcci possono essere integrati per arrivare a risposte più precise su cosa veramente uccise i dinosauri: “Con il professor Schoene stiamo discutendo di come poter lavorare assieme e rispondere a domande cruciali e ancora senza soluzione”, dice Sprain.

E chissà che finalmente, incastrando le due catastrofi – asteroidi e vulcanismo – non si arrivi alla soluzione del mistero dei dinosauri scomparsi. Nel frattempo, c’è chi batte altre piste, come quella di un graduale declino iniziato già prima dell’impatto del meteorite, dovuto forse all’incapacità dei dinosauri erbivori di associare la tossicità delle piante al gusto e all’olfatto. O quella che punta il dito sul fantomatico pianeta X, che con la propria forza di gravità avrebbe provocato cicliche e letali piogge di meteoriti sulla Terra.

Riferimenti: Science, Science

Giancarlo Cinini

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  • in effetti a me interessano solo notizie di paleontologia dal Cambriano al Cretaceo

  • Tenuto conto della durata dell'estinzione e delle modalità in cui è avvenuta, è più probabile che l'estinzione verificatasi alla fine del Cretaceo sia da attribuire alle conseguenze geoclimatiche verificatesi in relazione ai cambiamenti nella distribuzione delle masse continentalie ed alle conseguenti variazioni nelle correnti oceancihce. Tra l'altro, la datazione delle rocce del catere di Chicxulub, ha portato alla datazione di ben 220 milioni di anni fa, quindi è molto più antico dell'estinzione avvenuta 65 milioni di anni fa.

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