Da un pesce d’acqua dolce arriva una nuova cura contro le emorragie gravi. I ricercatori dell’Università di Southampton, insieme ad alcuni colleghi americani, hanno infatti realizzato un agente coagulante, noto come fattore VII, estraendolo da un pesciolino geneticamente modificato. Si tratta di una sostanza secreta dalla tilapia, o pesce San Pietro, già usata contro una rara forma di emofilia, ma che potrebbe essere da oggi impiegata anche per trattare emorragie interne o ferite che non si rimarginano. Attualmente il fattore VII viene prodotto usando cellule di criceto ma con costi proibitivi. Per un’iniezione si può arrivare fino a 9 mila euro. Ora, con lo studio sul pesce, il team diretto da Norman Maclean spera di produrre la sostanza a un decimo del prezzo corrente. Il fattore VII viene, inoltre, già utilizzato per trattare una rara forma di emofilia, nota anche come Malattia di Alexander, e per i pazienti con emofilia A e B che non rispondono ai trattamenti tradizionali. Infine la proteina e’ usata anche dai soldati per bloccare le emorragie causate da incidenti o ferite d’arma da fuoco. (r.m.)
Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…
Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…
L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…
Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…
Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…
Potrebbe essere usato in diverse applicazioni come catalizzatore per la conversione dell'anidride carbonica e la…
Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.
Leggi di più