Un algoritmo per arginare l’ebola

Aggiornamento dell’Organizzazione mondiale della sanità al 22 settembre in merito all’epidemia di ebola: le nazioni più colpite, dove la trasmissione è più intensa e diffusa, sono Guinea, Liberia e Sierra Leone, con un totale di 5.843 casi e 2.803 morti. In Nigeria e Senegal, dopo un follow-up di 21 giorni, sono stati confermati 21 casi e 8 morti. Ma purtroppo, come vi avevamo raccontato, i dati sono destinati a crescere: sempre secondo l’Oms, entro novembre i contagi potrebbero superare quota 20mila. Qualcosa, fortunatamente, si sta muovendo: i medici e gli operatori sanitari che stanno cercando di arginare la progressione del virus possono contare, spiega Scientific American, sull’aiuto di una serie di siti e software che usano algoritmi di intelligenza artificiale per aggregare l’enorme mole di informazioni sui focolai nel mondo, mapparle e renderle consultabili in tempo reale. Ed eventualmente azzardare previsioni sugli scenari futuri.

HealthMap, in particolare, “la Wikipedia delle malattie infettive”, come l’ha definita il suo cofondatore John Brownstein, usa una combinazione di intelligenza artificiale e competenze umane per monitorare, tracciare e mappare le informazioni legate alle crisi sanitarie mondiali. E lo fa molto bene, spesso più in fretta degli osservatori internazionali. HealthMap aveva individuato l’ebola già il 14 marzo, recuperando da un sito di notizie guineano la cronaca di una “strana febbre” accompagnata da “sanguinamento anale e nasale”. Dopo pochi giorni, il software ha raccolto un altro rapporto che indicava una “misteriosa febbre emorragica” che aveva già causato qualche decina di vittime. L’algoritmo, spiega sempre Brownstein, misura la significatività delle informazioni che recupera basandosi su quanto spesso compaiono su fonti diverse, senza però valutare il prestigio della fonte stessa: la logica sottostante è che gli eventi più significativi tendono a ripetersi più spesso sui media.

l sistema è in grado di automatizzare l’acquisizione dei dati e il filtraggio e la caratterizzazione delle informazioni, cosicché queste, una volta elaborate, possano essere mostrate senza alcun intervento umano. Contemporaneamente, gli esperti in malattie infettive e sanità pubblica ricontrollano i contenuti pubblicati, raffinando le classificazioni automatiche. HealthMap analizza dati da decine di migliaia di pagine web ogni ora in 15 lingue diverse. E ora, per la prima volta (si era occupato anche dell’influenza H1N1 del 2009), ha espresso anche una previsione per il futuro. Le cifre sono leggermente più ottimistiche rispetto a quelle dell’Oms: HealthMap ha previsto 14mila casi di ebola in Guinea, Sierra Leone e Liberia entro il prossimo 26 ottobre. Dopo l’esplosione del caso ebola, l’équipe di HealthMap ha sviluppato un’interfaccia con una linea temporale per organizzare e visualizzare i dati in maniera più efficace. Il sito ha ricevuto oltre un milione di visualizzazioni di pagina da quando la nuova interfaccia è andata online, a metà luglio.

Via: Wired.it

Credits immagine: European Commission DG ECHO/Flickr CC

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