Dopo quello di Clinton e Blair ecco un altro appello in favore del libero accesso alle conoscenze sul genoma umano. A lanciarlo su Nature sono questa volta due autorità del mondo scientifico: Bruce Alberts, presidente della statunitense National Academy of Sciences, e Sir Aaron Krug, presidente delle Royal Society di Londra. Nell’articolo gli scienziati sostengono l’importanza di bilanciare gli interessi pubblici e commerciali coinvolti nel Progetto Genoma Umano e fanno appello alle leggi sui brevetti. Infatti anche se è giusto riconoscere i diritti di chi ha effettuato la scoperta, questa poi va valutata sulla base dei benefici che apporta al genere umano. Alcune università e imprese competono per brevettare a nome loro la sequenza del Dna ma, secondo Alberts e Krug, non si può attribuire la paternità della scoperta di un gene, se non se ne riesce a comprendere il funzionamento. “Completare la sequenza del Genoma è come completare l’elenco degli elementi chimici”, spiegano gli scienziati. Si ottengono, cioè, informazioni su quali siano gli elementi di base, ma non sui prodotti della loro espressione: le proteine, che nel corpo umano sono oltre 50 mila. La polemica sui brevetti dei geni non ha comunque fermato alcune società come la Athersys di Cleveland. Questa ha infatti deciso di brevettare le proteine dopo aver stimolato artificialmente i geni.(p.c.)
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