Un bicchiere al giorno…

Un consumo moderato di alcol ha effetti benefici sulla salute. E non solo sull’apparato cardiocircolatorio, come già si sapeva. Bere poco e bene riduce tutte le cause di morte. Lo dimostra uno studio condotto all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Campobasso e pubblicato sugli Archives of Internal Medicine “Se preso in piccole quantità, l’alcol può ridurre la mortalità totale fino al 18 per cento”, dice Augusto di Castelnuovo, coordinatore della ricerca. Può essere vino o birra, fa lo stesso. L’importante è che non si esageri: per gli uomini, vanno bene 2-4 bicchieri al giorno, le donne invece devono limitarsi a due. La ricerca è stata condotta su 34 studi scientifici pubblicati negli anni passati su riviste internazionali, e condotti su oltre un milione di persone. I risultati di questa meta analisi mostrano con chiarezza gli effetti protettivi dell’alcol sulla salute, purché si rimanga entro certi limiti: “Se si superano i 4 bicchieri al giorno, le cose cambiano drasticamente” continua Di Castelnuovo. Chi beve troppo non solo perde i vantaggi acquisiti, ma aumenta il rischio di morte in proporzione alle dosi in eccesso.

Lo studio mostra anche importanti differenze tra i due sessi. A spiegarle è Licia Iacoviello, a capo del Laboratorio di Genetica ed Epidemiologia ambientale della stessa università. “Le donne metabolizzano l’alcol in un modo diverso, e le concentrazioni nel sangue raggiungono livelli più elevati: Per queste ultime, dunque, consumarne più di due dosi al giorno può provocare danni importanti al fegato, o aumentare il rischio di alcuni tipi di tumore”, commenta la ricercatrice. La meta analisi mostra anche che gli effetti protettivi dell’alcol sono minori per i maschi americani rispetto a quelli europei., mentre per le donne la situazione è simile nei due continenti. Il fenomeno potrebbe essere dovuto alle diverse modalità di consumo: in Europa gli uomini bevono più vino che altri alcolici, e soprattutto durante i pasti, il che dà un maggiore controllo sulla quantità. Ad ogni modo, concludono i ricercatori, per chiarire quest’ultimo aspetto sono necessari ulteriori approfondimenti. (e.m.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here