Le specie monogame sono maggiormente soggette al rischio di estinzione. Questa la conclusione di uno studio sui mammiferi del Ghana, condotto dal canadese Justin Brashares, che si è basato sui dati demografici degli ultimi trent’anni su 41 specie. L’analisi è stata pubblicata sull’ultimo numero di “Conservation Biology” e ha messo in evidenza che sono due le caratteristiche che mettono a rischio la sopravvivenza delle specie. La prima, già nota, è l’abitudine a vivere in piccoli gruppi isolati tra loro. La seconda, appunto, la monogamia. Le specie dove molti maschi controllano un gran numero di femmine sono più resistenti al declino demografico. Brashares ha avanzato una spiegazione possibile: se in un branco tutti gli animali sono accoppiati, non ci sarà nessun sostituto disponibile nel caso della morte di un individuo. Così, la popolazione tende inesorabilmente a diminuire, soprattutto in ambienti soggetti alla caccia. Secondo lo studioso, queste scoperte dovrebbero modificare le priorità in fatto di conservazione, ora troppo legate al significato “simbolico” degli animali. Piuttosto, sostiene Brashares, dobbiamo osservare attentamente il comportamento delle specie, e tradurre i risultati in azioni veramente efficaci. (m.c.)
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