Categorie: Spazio

Un lago su Marte, dove oggi c’è una montagna

No, ancora non abbiamo una risposta alla domanda che si ponevaDavid Bowie nel 1971, quando cantava Life on Mars. Ma potremmo essere un po’ più vicini di prima alla soluzione dell’enigma. Gli scienziati della Nasa, infatti, analizzando i dati inviati dal roverCuriosity, che da oltre due anni percorre, fotografa e annusa la superficie del pianeta rosso, nei pressi del Cratere Gale, hanno scoperto che il pianeta, molto probabilmente, ha ospitato per decine di milioni di anni grandi laghi molto simili a quelli terrestri. Il Monte Sharp, l’altura alla quale si è avvicinato il rover, si sarebbe addirittura formato grazie ai sedimenti depositati nel letto di uno di questi laghi.

“Se la nostra ipotesi fosse corretta”, spiega Ashwin Vasavada, uno degli scienziati di Curiosity, del Jet Propulsion Lab della Nasa a Pasadena, “allora la teoria secondo la quale le condizioni per la presenza di acqua e di calore sul pianeta sarebbero state solo temporanee sarebbe sbagliata. Una spiegazione più radicale è che l’atmosfera di Marte, un tempo [circa 4 miliardi di anni fa, più o meno contemporaneamente alla nascita della vita sulla Terra, nda], fosse più spessa e avesse permesso alle temperature di salire sopra la soglia di congelamento. Ma al momento non possiamo dirlo con certezza”.

La presenza del monte Sharp nel bel mezzo di un cratere ha rappresentato per lungo tempo un enigma incomprensibile per gli scienziati. È alto circa 5 chilometri e i suoi fianchi sono composti di centinaia di strati rocciosi. Sono stati proprio questi a tradirel’esistenza del lago: esaminandoli da vicino, Curiosity ha notato la presenza di diversi depositi lacustri e fluviali molto più grandi e di lunga durata temporale rispetto a quanto emerso dalle analisi precedenti. “Abbiamo fatto grandi passi avanti nella risoluzione del mistero del monte Sharp”, commenta John Grotzinger, un altro scienziato della missione, del California Institute of Technology.“Dove oggi c’è una montagna, una volta forse c’era un lago”. La presenza dell’acqua, naturalmente, è un elemento cruciale per determinare se il pianeta, un tempo, abbia davvero potuto ospitare qualche forma di vita. Ma purtroppo siamo ancora ben lontani dal saperlo. Forse sarà Orion, se e quando partirà per il pianeta rosso, a svelarcelo.

Via: Wired.it

Credits immagine:  NASA/JPL-Caltech/ESA/DLR/FU Berlin/MSSS

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

Articoli recenti

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

3 giorni fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

5 giorni fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

1 settimana fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

1 settimana fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

1 settimana fa

Leptospirosi: perché crescono i casi a New York?

Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più