Un lavainsalata per le analisi del sangue

Un lavainsalata trasformato in una centrifuga per diagnosticare l’anemia anche dove non arriva l’elettricità. È questa l’invenzione di due studentesse della Rice University (Texas), che hanno proposto la loro Sally Centrifuge nell’ambito del programma Beyond Traditional Borders, iniziativa promossa dall’ateneo statunitense volta allo sviluppo di idee e tecnologie mediche per i paesi in via di sviluppo. Lo strumento – un vero e proprio lavainsalata modificato con materiale di riciclo, come coperchi di plastica, pettini e contenitori di yogurt – è in grado di separare il sangue in globuli rossi e plasma. Il tutto con un po’ di forza nelle braccia e con un costo inferiore ai 30 dollari.

“Ci era stato chiesto di trovare un modo economico per diagnosticare l’anemia senza corrente, tramite un dispositivo portatile – ha detto Lauren Theis – e, dopo aver passato in rassegna varie possibilità, ci è venuto in mente il lavainsalata. Così lo abbiamo modificato per ottenere uno strumento in grado di misurare l’emocromo”. La centrifuga è dotata di tubi molto sottili che contengono circa 15 microlitri di sangue ciascuno ed è in grado di ospitare trenta campioni contemporaneamente. Semplicemente girando la manovella per circa 10 minuti, il sangue si separa in due parti: gli elementi corpuscalati – costituiti in massima parte dai globuli rossi (più pesanti e di un intenso colore rosso) – e in plasma, la parte liquida del sangue (più leggero e di colore giallo paglia). In questo modo, misurando il livello della zona rossa nel tubo, si ottiene facilmente l’ematocrito, ovvero la percentuale di globuli rossi presenti nel sangue, e si riesce a dire se una persona è anemica o meno.

Nel corso dell’estate le studentesse porteranno lo strumento in giro per il mondo, dall’Ecuador al Malawi. “Sapere se un paziente soffre di anemia è un elemento critico per poter dire se quella persona è in condizioni di grave malnutrizione, ed è una spia di altre malattie come la tubercolosi, l’Aids e la malaria”, ha commentato Maria Oden, docente di ingegneria alla Rice University e direttrice di Oshman Engineering Design Kitchen. (g.b.)

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