Un nuovo bersaglio

Arriva dai laboratori italiani la nuova speranza nella lotta al virus dell’Hiv. Si tratta di una molecola che, invece di colpire direttamente il virus, agisce sulle proteine umane che esso utilizza per moltiplicarsi all’interno delle cellule. La molecola ha infatti come bersaglio gli enzimi cellulari. Una novità assoluta se si pensa che la terapia attuale si basa su molecole dirette contro gli enzimi virali. A presentarla sulla rivista “Journal of Medicinal Chemistry” sono stati i ricercatori del Laboratorio di Virologia Molecolare dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia (Igm-Cnr), in collaborazione con il Laboratorio di Chimica Farmaceutica dell’Università di Siena.

Per mettere a punto il farmaco i ricercatori sono partiti dalla premessa che il virus dell’Hiv all’interno della cellula infetta prende il controllo di numerosi enzimi cellulari, distogliendoli dalle loro normali funzioni e obbligandoli a lavorare per produrre nuove particelle virali. Uno di questi è la proteina cellulare DDX3, che in genere interviene nella produzione di altre proteine cellulari facilitando il flusso di informazione genetica tra il nucleo e il citoplasma, ma che il virus utilizza per riprodursi facendole trasportare solo l’informazione genetica virale.

I ricercatori hanno prima “disegnato” una molecola su misura per la proteina DDX3 e l’hanno testata con simulazioni al computer. Sintetizzata e provata nei campioni biologici, la molecola si è dimostrata in grado di interferire con l’azione di DDX3 e bloccarla. Cioè di interrompe la replicazione dell’Hiv nelle cellule infette senza danneggiare quelle sane che, al contrario del virus, hanno meccanismi in grado di compensare la perdita di DDX3. Poiché diretta contro un enzima cellulare, la molecola ha alte probabilità di conservare la sua efficacia anche per tempi lunghi. La terapia attuale contro l’Hiv, infatti, utilizza farmaci diretti contro enzimi virali, ma i virus tendono a mutare, sviluppando la resistenza alla terapia. (r.p.)

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