Prove sperimentali di un nuovo magnete superconduttore dalle prestazioni mai raggiunte finora sono state effettuate presso il Centro di Naka dell’Istituto Giapponese di Ricerche Atomiche. Il magnete verrà utilizzato nel progetto internazionale Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) per la costruzione di un reattore destinato a produrre energia “pulita” dalla fusione nucleare. Le alte energie necessarie a scatenare le reazioni possono infatti essere raggiunte con i magneti superconduttori ad alto campo magnetico. Ecco i numeri del “supermagnete” di Naka: un campo magnetico massimo di 13 Tesla – circa 25 mila volte più grande del campo magnetico terrestre – e una corrente di 46 mila Ampere, circa settemila volte superiore a quella che scorre negli elettrodomestici delle nostre case. In pratica, è stata immagazzinata un’energia magnetica pari a 640 milioni di Joule. Un simile risultato è stato ottenuto grazie all’utilizzo di cavi composti da circa mille fili superconduttori racchiusi in un condotto metallico e “congelati” con l’elio liquido ad una temperatura di -269 gradi centigradi. Il team internazionale composto da ricercatori americani, tedeschi, francesi, italiani e giapponesi ritiene, già dalle prime prove, di aver raggiunto le condizioni di operatività del “super magnete”. L’Enea – l’Ente italiano per l’energia e l’ambiente – ha curato le attività di sviluppo dei così detti “cavi in condotto” a livello europeo, la cui lunghezza complessiva, una volta assemblati, è di 6,5 chilometri. Nei prossimi mesi, con ulteriori prove sperimentali, i ricercatori stabiliranno i limiti operativi del “supermagnete”. Sembra comunque aperta un nuova strada nella tecnologia dei magneti superconduttori. (m.g.)
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