Un test contro la pesca illegale

Costa circa cento dollari la porzione. La zuppa di pinne di pescecane, una usanza nata in Asia, è sempre più richiesta nei ristoranti più chic degli Stati Uniti e rischia di compromettere seriamente la conservazione della specie. Ora un test genetico, messo a punto da alcuni biologi del Guy Harvey Research Institute di Fort Lauderdale, in Florida, potrà aiutare i biologi della conservazione a gestire meglio la pesca del predatore dei mari. La pratica di preparare specialità culinarie con la cartilagine di squalo ha portato allo sviluppo di un mercato piuttosto proficuo che ogni anno è responsabile della morte di almeno 100 milioni di esemplari. Un tipo di pesca crudele in cui la carcassa dell’animale viene rigettata in mare dopo avere staccato i pezzi più preziosi: pinne e denti. Una volta sui banchi del pesce è praticamente impossibile riuscire a capire se sono parti che provengono da una specie protetta oppure no. Inconveniente che potrà essere superato dal lavoro dei ricercatori americani pubblicato sull’ultimo numero di Conservation Biology. Il test, che si basa su un saggio di identificazione del Dna, promette di essere semplice ed economico, tanto da poter essere facilmente utilizzabile dal personale di controllo delle agenzie per la conservazione. (t.c.)

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