Categorie: Salute

Un test del respiro per diagnosticare il cancro al polmone

L’analisi del fiato potrebbe presto soppiantare la più costosa e invasiva tomografia ad emissione di positroni (Pet) nella diagnosi precoce del tumore al polmone. A dimostrarlo è uno studio dell’Università di Louisville, presentato durante il congresso annuale della American Association for Thoracic Surgery, tenutosi di recente a New York. I risultati della ricerca dimostrerebbero infatti che il test del respiro ha la stessa efficacia diagnostica della Pet, e una capacità due volte maggiore di riconoscere i tumori benigni, evitando quindi molti falsi positivi, diagnosi errate che generano preoccupazioni inutili per i pazienti e il ricorso ad analisi invasive come la biopsia.

Il test del respiro sperimentato dai ricercatori di Louisville non è pensato come strumento diagnostico di “prima linea”, ma come alternativa alla Pet, l’esame standard con cui oggi si verificano i risultati in caso di una tomografia computerizzata (Tc) sospetta. “Questo test del respiro rappresenta un’opzione economica ed estremamente affidabile per i pazienti in cui è stata evidenziata la presenza di una massa tumorale da una tomografia computerizzata”, spiega Michael Bousamra, professore di Chirurgia Toracica e Cardiovascolare dell’Università di Louisville. “In caso di test negativo infatti, i pazienti possono solitamente essere seguiti senza ricorrere ad una biopsia. Quando il test del respiro risulta positivo invece, si può procedere immediatamente con gli accertamenti più invasivi, velocizzando quindi l’iter diagnostico e l’inizio dei trattamenti”.

Nello studio, i ricercatori hanno utilizzato degli speciali microchip al silicio per raccogliere campioni di fiato da 107 pazienti con cancro al polmone, 7 con tumore in stadio metastatico, 40 con una neoplasia al polmone benigna e 88 persone sane, che hanno fatto da gruppo di controllo. Sono quindi andati alla ricerca di quattro specifiche sostanze, particolari tipi di composti corbonilici la cui presenza nel fiato è legata a reazioni chimiche che avvengono nei tumori maligni, e hanno quindi comparato i risultati con quelli di una Pet.

Dall’esperimento è emerso che la presenza dei composti carbonilici nel fiato dei pazienti permette di identificare il cancro al polmone con una precisione del 95%. Il test inoltre ha dimostrato di avere una sensibilità del 75% nel riconoscere le neoplasie benigne da quelle pericolose, contro il 38,7% della tomografia ad emissione di positroni. Vista l’estrema precisione del test del respiro, e il minore rischio di falsi positivi, i ricercatori ritengono che rappresenti una valida alternativa all’utilizzo della Pet.

Credits immagine: Aidan Jones/Flickr

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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  • Non capisco perché il test del respiro sperimentato dai ricercatori di Louisville non debba essere utilizzato come strumento diagnostico di “prima linea”, ma venga impiegato solo come alternativa alla Pet.

  • Si spera che sia un'altro vero grande passo in avanti
    ...e che dia speranza a tante persone sofferenti..e che
    sia accessibile a tutti.Grazie

  • Gentilmente vorrei sapere dove fanno questo test del respiro,dato che ho lavorato 9 anni a contatto con l'amianto.
    molte grazie
    roberto

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