Una legge per salvare gli squali

Sul mercato asiatico la pinna del pescecane si vende a 170 mila lire al chilo. Ma, per confezionare la prelibata zuppa, ogni anno 60 mila squali vengono uccisi dai pescatori del Pacifico. Che tagliano via la pinna e ributtano il pesce, così mutilato, in mare. Negli Stati Uniti, però, questa pratica potrebbe essere presto proibita: un disegno di legge, già approvato dai deputati americani e ora al vaglio del Senato, dichiara infatti illegale in tutte le acque federali statunitensi il trasporto di pinne di pescecane senza il resto della carcassa. “Come cacciatore, pescatore e subacqueo credo che sia necessario fermare questa pratica, che oltre a non essere sportiva è anche dannosa per l’ecosistema marino”, afferma Randy Cunningham, il principale promotore del disegno di legge. Il provvedimento è rivolto all’oceano Pacifico: nelle acque dell’Atlantico, in quelle caraibiche e nel Golfo del Messico, infatti, il taglio della pinna è già fuorilegge dal 1993, quando divenne palese che la popolazione degli squali andava drasticamente diminuendo. La Ocean Wildlife Campaign, una coalizione di gruppi per la conservazione della natura, afferma infatti che nel 1991 i pescecani cacciati erano poco più di duemila mentre oggi sono trenta volte di più, il 98 per cento dei quali viene ucciso solo per la preziosa pinna. (m.be.)

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