Una protesta contro le multinazionali

Arrivano in prevalenza dall’India, sono 500 contadini e sono sbarcati in Europa. Hanno percorso migliaia di chilometri per protestare contro la politica economica dell’Occidente che mette a repentaglio la loro cultura, la loro autonomia produttiva e quindi la loro stessa sopravvivenza. L’iniziativa si chiama Carovana ‘99 e riunisce più di 15 associazioni dei paesi in via di sviluppo, tra cui l’Associazione di contadini dello Stato indiano del Karnakata (Krrs), il più grande movimento di piccoli e medi agricoltori e contadini senza terra. Dal 2 al 7 giugno, parte della carovana arriverà in Italia dove, fra gli altri appuntamenti, organizzerà il 4 giugno prossimo alle 11.00 una manifestazione di protesta davanti alla sede della Fao a Roma.

La protesta dei contadini è rivolta in primo luogo contro le multinazionali agroalimentari che, grazie alle tecniche di ingegneria genetica, producono, brevettano e impongono sul mercato mondiale sementi transgeniche. I trattati sul commercio internazionale, sanciti dalla World Trade Organization, riconoscono infatti a queste industrie il diritto di brevettare, e quindi gestire in modo privatistico, tutti gli organismi geneticamente modificati. La vendita dei semi biotecnologici viene proposta ai paesi in via di sviluppo come innovativa poiché permette di aumentare la produttività di coltivazioni, come quelle indiane, finora portate avanti in un regime di sussistenza. In realtà, denunciano i rappresentanti di Carovana ‘99, i semi transgenici sono tendenzialmente sterili, non producono cioè nuove sementi da piantare nei cicli successivi. In questo modo i contadini sono obbligati tutti gli anni a acquistarne di nuove dalle multinazionali. In più la nuove coltivazioni richiedono tecniche agricole particolari – nuovi pesticidi, agenti chimici o biologici – che di nuovo devono essere acquistati dalle stesse aziende che hanno venduto i semi. Si crea così un legame di dipendenza economica che i contadini non riescono a spezzare e che porta al collasso della loro economia.

Una realtà locale a cui la società occidentale non può restare indifferente. “I problemi sollevati da questi contadini ci riguardano da vicino”, ha dichiarato Giovanna Ricoveri, direttore di Ecologia Politica durante la conferenza di presentazione dell’iniziativa, alla Libreria del Manifesto a Roma giovedì scorso. “La tutela dell’autonomia e la sopravvivenza di intere popolazioni dipende dagli stessi meccanismi che provocano danni gravissimi anche in Occidente”. Per questo, sottolineano ancora i rappresentanti del Comitato italiano a sostegno di Carovana ‘99, diventa fondamentale portare direttamente la voce del Sud dentro il Nord, per sollecitare l’interesse verso i rapporti sociali che si nascondono dietro ogni atto di consumo.

Per informazioni su Carovana ‘99

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