Una seconda tragedia

Le macerie del World Trade Center di New York prodotte dall’attentato dell’11 settembre 2001 hanno esalato per molto tempo sostanze tossiche al pari di una industria chimica altamente inquinante. È quanto sostiene uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Davis in California che verrà presentato in una conferenza dell’American Chemical Society. Lo studio migliora i dati finora presentati descrivendo in un modello più completo l’effetto prodotto dal cumulo di macerie sulle centinaia di lavoratori impegnati nella rimozione dei detriti. I risultati dello studio dimostrano che per almeno sei settimane dall’attentato i resti delle Torri Gemelle si sono comportati come una fabbrica di sostanze chimiche che ha diffuso nell’aria circostante enormi quantità di particelle sottili in grado di essere inalate, con gravi rischi per la salute. Queste particelle sottili (metalli tossici, acidi, particelle vetrose, materia organica ad alta temperatura) erano il frutto di ore di combustione lenta di tonnellate di materiali edili, apparecchiature elettroniche, vetri, oggetti di arredamento e sostanze plastiche. Il team di esperti ha dichiarato di essersi trovato di fronte ai più alti livelli di sostanze inquinanti mai registrati, superiori per esempio a quelli rilevati durante gli incendi dei pozzi petroliferi in Kuwait ai tempi della Guerra del Golfo del 1991. Una volta terminata la combustione e sgombrati i detriti, le sostanze inquinanti rilevate nella zona, a qualche mese di distanza, sono fortunatamente quasi scomparse. (m.cap.)

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