Una sigaretta vi salverà?

“Omnia substantia venenia sunt”, tutte le sostanze sono veleni, dicevaParacelso. Ma, continuava il medico cinquecentesco, solo in potenza. Infatti qualsiasi sostanza, naturale o no, può avere effetti molto diversi sulla salute, e questo dipende da come viene usata. E’ il caso della nicotina, che oggi è l’alcaloide naturale più avversato d’Occidente. E’ vero che è responsabile del tabagismo, e che il fumo provoca il 20 per cento circa dei decessi nel mondo. Ma è altrettanto vero che questa molecola contenuta nelle foglie di tabacco un giorno potrà forse essere utilizzata per arrestare la progressione del morbo di Alzheimer, la forma di demenza che colpisce oltre il 10 per cento degli anziani. A questa conclusione è arrivata un’équipe di ricercatori italiani,francesi e statunitensi. Gli scienziati hanno scoperto che i topi privi dei recettoricerebrali per la nicotina, invecchiando, vanno incontro a degenerazionedella corteccia cerebrale. In altre parole si ammalano di demenza. Lostudio è stato recentemente pubblicato sul “EMBO Journal”, la rivistadell’organizzazione europea di biologia molecolare. Michele Zoli,ricercatore all’Università di Modena e tra gli autori della ricerca, ha chiarito ailettori di Galileo la portata del suo lavoro.

Dottor Zoli, ci può spiegare i risultati del vostro lavoro?

“Abbiamo scoperto che il cervello dei topi mutanti, geneticamente privatidei recettori per l’acetilcolina, gli stessi che riconoscono lanicotina, degenera. In altre parole, studiando l’invecchiamento di questianimali, abbiamo osservato che i neuroni della corteccia cerebrale muoiono,mentre si moltiplicano le cellule gliali, quelle che servono da supportoalle cellule nervose. Anche i pazienti che soffrono di demenza hannopochissimi recettori nicotinici. Dal nostro lavoro, e qui sta il punto, risultache l’assenza di recettore nicotinico è in se stessa causa dineurodegenerazione, e che questo potrebbe essere un fattore importante nello sviluppo della malattia di Alzheimer. In altri termini, ciò che fino a qualche tempofa si riteneva fosse un effetto della degenerazione dei neuroni, in realtàpotrebbe rappresentare una causa della malattia. Non l’unica, naturalmente”.

Perché la nicotina riesce a ritardare questo processo degenerativo?

“La nicotina, che è esterna al nostro organismo, ha una struttura moltosimile alla acetilcolina, una sostanza prodotta dalle nostre cellule.Quest’ultima si lega ai suoi recettori, presenti soprattutto nellacorteccia dove hanno sede le funzioni cerebrali superiori, e permette ilpassaggio dei segnali tra i neuroni. La nicotina è in grado di stimolareesattamente lo stesso recettore dell’acetilcolina, e la sperimentazione, siasull’uomo che sugli animali, ha dimostrato che ciò potenzia le funzionicorticali. Per questo molti fumatori sostengono che fumando una sigarettail loro livello di attenzione aumenta”.

Che peso potrà avere la vostra scoperta nella terapia contro l’Alzheimer?

“L’importanza farmaceutico-terapeutica della scoperta sta nel fatto che,sulla base delle nostre osservazioni e di quelle raccolte negli annipassati, la nicotina, o una molecola simile che agisca selettivamente suirecettori della corteccia – e non per esempio su quelli del sistemavegetativo e muscolare, che sono sì nicotinici, ma diversi da quelli chescompaiono nei nostri topi mutanti – potrebbe migliorare le funzionicognitive dei pazienti dementi e ritardare la degenerazione neuronale deimalati di Alzheimer”.

Insomma, la nicotina non è proprio il mostro che sembra….

“No, naturalmente. La nicotina non va condannata per la sua tossicità, maperché dà dipendenza e spinge a fumare. Come è stato ormai ampiamentedimostrato, questa molecola influenza i circuiti cerebrali del piacere edetermina una forma di coazione a ripetere, appunto la dipendenza. Perquesto viene considerata analoga ad altre sostanze come l’eroina, lacocaina e l’amfetamina. I fumatori vengono spinti alla sigaretta dallanicotina; ma il danno per la salute del fumatore non è tanto dovuto allanicotina stessa, quanto ad altre sostanze che si formano durante ilprocesso di combustione del tabacco”.

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