Una specie a parte

L’ Homo floresiensis, il fossile di ominide la cui scoperta in Indonesia è stata annunciata alcuni mesi fa, rappresenta forse una specie precedente al primo essere umano conosciuto. Lo dimostrano i confronti dettagliati del cranio del fossile con quelle degli esseri umani, delle scimmie e di altri ominidi. Alcuni scettici avevano sostenuto che questo individuo, chiamato anche “lo hobbit”, potesse aver sofferto di una microcefalite, che ne ha avrebbe limitato lo sviluppo del cervello. In pazienti microcefalitici, infatti, alcune anomalie cromosomiche impediscono lo sviluppo normale della parte superiore del cranio e del cervello. Ma i ricercatori hanno trovato poche somiglianze strutturali con i cervelli del microcefalitici moderni. L’usura di un dente del fossile, che sembra essere una femmina, ha indicato che era un adulto pienamente sviluppato al momento della morte: Lo “hobbit” ha vissuto circa 18.000 anni fa, era alta meno di un metro e aveva il cervello 3 volte più piccolo di quello di un uomo attuale. Nulla è rimasto del cervello all’interno della scatola cranica ma si possono analizzare le forme impresse nel cranio utilizzando parecchi metodi come la tomografia computerizzata e la ricostruzione 3-D. Usando i dati della Ct gli scienziati hanno prodotto una rappresentazione digitale della scatola cranica del cervello dello hobbit. Per il confronto, gli scienziati hanno utilizzato le scatole craniche prese in prestito dal museo di Cleveland di storia naturale e dal museo americano di storia naturale. (f.mu.)

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