Un’epidemia ancora all’inizio

L’Aids potrebbe uccidere 70 milioni di persone in tutto il mondo nei prossimi 20 anni: è l’allarme lanciato oggi da un rapporto dell’Unaids, l’agenzia delle Nazioni Unite che coordina i programmi di lotta all’Aids. Secondo il rapporto, oltre 40 milioni di persone in tutto il mondo sono affette dall’Hiv, 6 milioni in più rispetto a due anni fa. La situazione è particolarmente drammatica in Africa, dove in alcune regioni la malattia colpisce il 39 per cento degli adulti, e rischia di spazzare via una generazione. Ma l’Aids si sta diffondendo con una rapidità allarmante anche in Europa Orientale e Asia Centrale, un fenomeno che secondo gli esperti, si è aggravato in seguito alle trasformazioni politiche che hanno portato all’apertura delle frontiere e all’aumento del traffico di droga. Le conclusioni del rapporto contraddicono le speranze dei ricercatori sul fatto che la diffusione dell’Aids avesse raggiunto i suoi limiti naturali. “In realtà, siamo ancora lontani dal picco”, ha affermato il direttore esecutivo dell’Unaids, Peter Piot. “E’un’epidemia senza precedenti nella storia umana”. Di questo passo, 68 milioni di persone moriranno di Aids entro il 2020. Il rapporto, che anticipa la XIV Conferenza internazionale sull’Aids che si terrà a Barcellona dal 7 al 12 luglio, conclude chiedendo ai paesi più ricchi un immediato e consistente aumento dei fondi stanziati per la prevenzione e la cura della malattia. (n.n.)

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