Uno spazzolino per riparare la Iss

Quando c’è un guasto a bordo di una stazione spaziale che costa più di 100 miliardi di dollari, le cose possono diventare un po’ complicate. Ma a volte, per fortuna, risolvere i problemi richiede soltanto uno spazzolino da denti e un po’ di ingegno. È quanto è successo a Sunita Williams (della Nasa) e Akihiko Hoshide (dell’Agenzia spaziale giapponese, la Jaxa), i due astronauti che il 5 settembre – e dopo diversi tentativi – sono riusciti ad avere la meglio su un’avaria che minacciava l’impianto elettrico della Stazione Spaziale Internazionale. Il tutto grazie a una serie di strumenti improvvisati, fra cui uno spazzolino da denti e una lattina di azoto pressurizzato.

I guai erano cominciati già il 30 agosto. Gli astronauti avevano compiuto una passeggiata spaziale per sostituire un componente danneggiato, il Main Bus Switching Unit (Mbsu): un modulo in grado di distribuire l’energia prodotta dai pannelli solari della stazione. Senza di esso, l’intera struttura avrebbe perso il 25% della propria elettricità. Eppure, dopo più di otto ore di fatica, era arrivata la resa: un bullone incastrato impediva di completare il lavoro.

Poco dopo, a Houston, si era messo all’opera un team di controllori di volo, ingegneri e veterani dello spazio. Armati degli stessi oggetti presenti sulla stazione, hanno cercato di costruire da zero degli attrezzi adatti a fronteggiare l’emergenza. “Sapevamo che c’erano dei frammenti nell’alloggiamento del bullone”, ha dichiarato Keith Johnson, responsabile delle passeggiate spaziali al Johnson Space Center di Houston. E così, per aiutare i colleghi nello spazio, hanno suggerito loro di provare a risolvere il problema con mezzi non convenzionali ma adatti allo scopo, tra i quali appunto uno spazzolino.

Mercoledì 5 settembre gli astronauti si sono quindi preparati per un’altra uscita nello spazio, e Williams e Hoshide, controllando le condizioni del pezzo e dei bulloni che avrebbero dovuto fissare il modulo, hanno confermato i sospetti: il problema erano i detriti. Dei trucioli di metallo, in particolare, impedivano a un bullone di funzionare a dovere. Gli astronauti sono allora andati avanti utilizzando gli attrezzi di fortuna: lo spazzolino – attaccato a un’asta – è diventato una sorta di scopa, mentre dell’azoto pressurizzato è stato sparato nell’alloggiamento del bullone per far volare via i trucioli. Inserito un bullone funzionante al posto del vecchio, Williams e Hoshide sono stati in grado di installare il nuovo modulo energetico. Dopo essersi accertati che tutto fosse a posto l’americana e il giapponese sono rientrati a bordo della stazione.

La conclusione dei lavori ha provocato un applauso e un sospiro di sollievo collettivo al centro di controllo. “È stato come vivere sul set di Apollo 13”, ha esclamato da Houston l’astronauta Jack Fischer, “congratulazioni a tutti”.

Riferimenti: Nasa

Credits immagine: Nasa tv

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