Le opinioni degli americani sulla comparsa degli esseri umani sulla Terra sono ancora equamente divise tra darwinismo e creazionismo, e un professore di biologia su otto insegna teorie religiose come alternativa scientifica a quella darwiniana. Questo nonostante le leggi statunitensi lo vietino esplicitamente in quanto violazione della Costituzione, e l’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti abbia definito il creazionismo una “pseudoscienza” perché “non comprovabile con alcun esperimento scientifico”.
A riflettere nuovamente su questo argomento è un articolo dal titolo “Evolution and Creationism in America’s Classrooms: A National Portrait” apparso su PLoS Biology a firma di Michael Berkman, docente di Scienze Politiche presso la Pennsylvania State University.
L’indagine svolta da Berkman ha dimostrato infatti che nelle scuole superiori statali si continua a impartire nozioni creazioniste, col risultato che il 47 per cento della popolazione statunitense – un quarto proveniente dai college – crede che gli esseri umani non rappresentino uno stadio di un processo evolutivo che va avanti da milioni di anni, ma che siano stati creati da Dio poche migliaia di anni fa.
Secondo il ricercatore, questo dipende in primo luogo dalla cultura religiosa degli insegnanti. La proposta di Berkman è quella di costituire un piano di corsi formativi per i docenti sulle teorie evolutive, e di dedicare un tempo maggiore in aula a questa parte della biologia: “Poiché la legge e le istituzioni scolastiche non sono sufficienti, un piano formativo potrebbe davvero fare la differenza”, conclude Berkman. (ga.c.)
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