Usa, tempi duri per la fisica

Si prospettano tempi duri per la ricerca made in Usa, soprattutto nel settore delle scienze fisiche. I tagli alla spesa pubblica previsti nel bilancio fiscale del 2012 alleggeriranno il budget di molti dipartimenti di ricerca, portando alla chiusura di strutture e progetti in corso, senza contare il licenziamento dei ricercatori coinvolti. Un articolo su Nature spiega chi e perché, nel mondo scientifico, risentirà maggiormente della finanziaria del Presidente Obama. 

La National Science Foundation (NSF) è un’agenzia governativa degli Stati Uniti che sostiene formazione e ricerca scientifica. Con un budget annuale di quasi sette miliardi di dollari, finanzia progetti di ricerca in molti campi della scienza, dall’ingegneria all’economia. Ma la crisi economica l’ha costretta a tagliare i suoi fondi del 15 per cento, da cui la necessità di ripensare i futuri piani di finanziamento. Solo il settore della ricerca sulle energie alternative vedrà aumentare le risorse a disposizione. Al contrario, il mondo della fisica piangerà vittime illustri. Per esempio il Synchrotron Radiation Center dell’Università del Wisconsin–Madison, dove si studiano le proprietà di materiali come i superconduttori a elevate temperature. Qui, un terzo dei ricercatori potrebbe essere lasciato a casa. Oppure l’Holifield Radio­active Ion Beam Facility, il centro di ricerca sugli isotopi nucleari che rischia lo stop perché costa troppo: 10,3 milioni di dollari all’anno. Infine il Tevatron, l’acceleratore di particelle del Fermilab destinato a chiudere e a “traslocare” tutti gli esperimenti in corso a Ginevra, nei laboratori del Large Hadron Collider (vedi anche un altro articolo pubblicato su Nature lo scorso gennaio). Una mossa che farà risparmiare allo stato 35 milioni di dollari all’anno, ma fermerà l’attività di un eccellente centro di ricerca. E a farne le spese potrebbe essere la supremazia statunitense in molti campi della fisica.

Il futuro non sorride neppure all’astrofisica. La Nasa rischia di non ricevere abbastanza fondi per le sue missioni marziane, o di non potersi più permettere di mantenere Suzaku, il satellite in comproprietà con l’agenzia spaziale giapponese che studia i raggi X emessi da stelle, galassie e buchi neri. Le sue prestazioni sono eccellenti, ma la sua manutenzione costa alla Nasa ben 2,5 milioni di dollari all’anno. Troppi per il ristretto budget previsto nel 2012. 

Riferimento: doi:10.1038/471278a

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