Vacchiano e Marchesan, i due ricercatori italiani tra i più promettenti del mondo

Giorgio Vacchiano, fornita dalla Statale di Milano

Silvia Marchesan dell’Università di Trieste e Giorgio Vacchiano (in foto) dell’Università degli Studi di Milano sono appena stati selezionati da Nature tra gli 11 migliori scienziati emergenti al mondo, posizionandosi rispettivamente al sesto e all’undicesimo posto delle classifica. La rivista internazionale titola l’articolo appena pubblicato, “Il mondo ai loro piedi”, spiegando che gli 11 ricercatori “stanno lasciando il segno nella scienza”, ciascuno nelle rispettive discipline di studio.

Nature ha selezionato i migliori profili tra 500 ricercatori di tutto il mondo valutati secondo il Nature Index che, aggiornato mensilmente, traccia le affiliazioni di articoli scientifici di alta qualità, e il League of Scholars Whole-of-Web (WoW) ranking, che identifica i ricercatori più influenti utilizzando un algoritmo simile al PageRank di Google. L’analisi è stata condotta tra i ricercatori che hanno pubblicato almeno un articolo nelle 82 riviste del Nature Index nel 2017 e il cui primo documento scientifico sia apparso meno di 20 anni fa. Gli 11 scienziati selezionati da Nature hanno mostrato una crescita delle citazioni anno su anno e hanno ottenuto un punteggio eccezionale nel ranking WoW che gli è valsa la prestigiosa menzione.

Silvia Marchesan è una chimica organica e professoressa all’Università di Trieste, che ha sviluppato un idrogel di proteine auto-assemblanti, in grado di riparare tessuti e rilasciare farmaci. Dopo aver completato il dottorato in chimica a Edimburgo nel 2008, ha continuato la ricerca all’estero a Londra, poi in Finlandia e Australia. È ritornata in Italia nel 2013, e nel 2015 ha avuto i fondi per il progetto che le hanno permesso di aprire un suo laboratorio all’Università di Trieste.

Giorgio Vacchiano è ricercatore presso la Statale dove si occupa di Assestamento Forestale e Selvicoltura. Al centro della sua attività ci sono la gestione forestale, i servizi ecosistemici, le capacità di resistenza e resilienza delle foreste ai cambiamenti climatici, lo studio delle conseguenze di incedi boschivi e altri cosiddetti “disturbi naturali” sulle foreste temperate europee. Con i suoi studi, Vacchiano ha, in particolare, aperto la strada all’uso della modellazione matematica per la gestione forestale, mentre l’attività di ricerca che sta conducendo ora si concentra nello specifico sull’ottimizzazione della gestione delle foreste per mitigare i cambiamenti climatici.

Riferimenti: Nature

Redazione Galileo

Gli interventi a cura della Redazione di Galileo.

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