Vaccini anti-Covid: c’è anche l’effetto nocebo dietro alle reazioni avverse

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(Foto: lovini via Pixabay)

Se con l’effetto placebo sperimentiamo gli effetti positivi di una terapia solo perché pensiamo di assumerla, anche se non è così, l’effetto nocebo è il fenomeno che ci fa provare le conseguenze negative di un trattamento che in realtà non abbiamo ricevuto. Proprio l’effetto nocebo sarebbe responsabile di più di due terzi delle reazioni avverse comuni, come mal di testa e affaticamento, attribuite alla vaccinazione anti Covid-19

A sostenerlo è un’analisi su 12 studi clinici condotta dai ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center della Harvard Medical School, che hanno preso in considerazione i dati sugli effetti collaterali riferiti sia da chi è stato davvero vaccinato sia da chi, invece, ha ricevuto un’iniezione di semplice soluzione salina (i cosiddetti gruppi di controllo). I risultati sono pubblicati sulla rivista Jama Network Open.


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Vaccino “innocente”

Analizzando i dati delle 12 sperimentazioni sui vaccini anti Covid-19, i ricercatori hanno calcolato che dopo la prima somministrazione più del 35% delle persone incluse nei gruppi di controllo (iniettati con semplice soluzione salina) ha riferito di aver sperimentato effetti collaterali sistemici come mal di testa e affaticamento e il 16% ha segnalato reazioni nel sito di iniezione (dolore al braccio, gonfiore, arrossamento). Come ci si aspettava, la percentuale di reazioni avverse segnalate da chi aveva ricevuto davvero il vaccino era più alta: il 46% ha riportato effetti sistemici e due terzi reazioni nel sito di iniezione.

Dopo la seconda somministrazione il divario si è allargato: il 32% del gruppo di controllo ha segnalato eventi sistemici e il 12% locali, mentre nel gruppo dei vaccinati il 61% continuava a riferire reazioni sistemiche e il 73% reazioni locali. Lo studio non ha preso in esame reazioni avverse gravi.

Con questi valori, il team coordinato da Ted Kaptchuk ha concluso che circa il 76% di tutte le reazioni avverse comuni dopo la prima dose e il 52% dopo la seconda sia dovuto all’effetto nocebo. In altre parole sono effetti che non sono causati in modo diretto dal vaccino ma da altri fattori.

I consigli su come informare

Il manifestarsi di reazioni avverse anche nei gruppi di controllo non è una novità nelle sperimentazioni cliniche randomizzate e controllate. In questo come in altri casi gli effetti collaterali non gravi potrebbero essere collegati all’ansia o a un’aspettativa. D’altra parte mal di testa, affaticamento, febbre, reazioni nel sito di infezione, etc sono i disturbi post somministrazione dei vaccini anti Covid-19 più comuni e “pubblicizzati”. 

Questo tipo di informazioni, secondo gli esperti, può indurre le persone a attribuire erroneamente certe sensazioni (come appunto un banale mal di testa) al trattamento ricevuto, anche se potrebbero dipendere da tutt’altro. Inoltre c’è da considerare che dopo un trattamento che si sa che potrebbe dare delle reazioni avverse la soglia di attenzione (e la preoccupazione) delle persone a qualsiasi problema è più alta.

Nonostante questo, Kaptchuk e colleghi si espongono per una completa e aperta condivisione di qualsiasi effetto collaterale ai trattamenti. Se i pazienti venissero informati del tutto sulle possibili conseguenze, anche sull’effetto placebo/nocebo, la preoccupazione potrebbe calare, con effetti anche sull’esitazione vaccinale.

Via: Wired.it

Credits immagine: lovini via Pixabay