Vecchi veleni, nuove minacce

Cinquecentomila tonnellate di pesticidi ancora da smaltire. Gli stock di riserva, da tempo considerati fuori legge, si sono accumulati negli ultimi trent’anni in molti Paesi in via di sviluppo. E adesso costituiscono una minaccia per la salute di milioni di persone e per l’ambiente. La denuncia viene da un rapporto della Fao presentato oggi a Roma. I siti di stoccaggio dei pesticidi in Asia, Europa orientale e America Latina non sono sicuri e alcuni si trovano vicino ai villaggi e ai campi coltivati nelle aree rurali più povere. E’ inoltre necessario un intervento tempestivo, perché gli agenti inquinanti contenuti nel Ddt, deteriorandosi, rischiano di inquinare le falde acquifere e i terreni destinati alla produzione agricola. Gli incaricati della Fao hanno verificato che gli abitanti dei luoghi esposti alla contaminazione non sono coscienti del problema e lasciano che gli animali si nutrano e i bambini giochino vicino alle zone a rischio. Anche se non sono ancora stati studiati i possibili effetti di queste sostanze sulla salute, mal di testa, nausea e tosse sono sintomi manifestati dalla maggior parte delle persone interpellate. Prime nella lista degli imputati le industrie chimiche, che hanno prodotto una quantità di pesticidi superiore alla richiesta del mercato. Anche la Global Crop Protection Federation, l’organizzazione che comprende alcuni dei maggiori produttori delle sostanze, ha riconosciuto lo stato di emergenza di molti paesi in via di sviluppo e ha sollecitato la rimozione dei pesticidi obsoleti. (a.c.)

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