Venere come non l’abbiamo mai vista

Catturati dalla sonda europea Venus Express i primi “scatti” di Venere. Le immagini, raccolte lo scorso 12 Aprile, rappresentano, per la prima volta nella storia, il polo sud del pianeta da una distanza di oltre 200.000 chilometri, mostrando una nitidezza e un dettaglio inattesi. Subito dopo l’entrata della sonda nell’orbita venusiana, avvenuta l’11 aprile, i ricercatori dell’Esa (European Space Agency) hanno messo in funzione la strumentazione a bordo, tra cui VIRTIS, lo spettrometro tutto italiano in grado di cogliere immagini a infrarossi e luce visibile, e la fotocamera a raggi ultravioletti VMC. È stato così possibile ottenere le prime rappresentazioni, ancora a bassa risoluzione, del polo sud sia di giorno che di notte. La ricostruzione a falsi colori delle immagini notturne colte dagli infrarossi di VIRTIS permette di visualizzare delle ampie spirali di nubi in movimento nella bassa atmosfera, a circa 55 chilometri dal suolo. Le regioni più scure rappresentano gli strati di nubi più spessi, mentre quelle più chiare rappresentano gli strati più sottili, che fanno intravedere la calda radiazione termica sottostante. La presenza di questi vortici sul polo sud era stata finora solo ipotizzata e corrisponde alle strutture nebulari rilevate in precedenza anche sopra il polo nord venusiano. Il viaggio di Venus Express non finisce qui. La sonda graviterà ancora qualche giorno tra i 350 e i 250.000 chilometri di altezza, cogliendo immagini complete del disco di Venere, per poi scendere sempre più vicino al suolo del pianeta, fino a compiere il 7 maggio un’intera orbita polare a una distanza compresa tra i 66 mila e i 250 chilometri. Hakan Svedhem, progettista della sonda, afferma che avvicinandosi al suolo venusiano saremo in grado di “vedere con un dettaglio assolutamente mai riuscito prima”, migliorando di oltre 100 volte l’attuale risoluzione. (a.p.)

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