Via con lo spazio tempo

Einstein aveva proprio ragione sul fatto che lo spazio-tempo viene distorto dal movimento di qualsiasi oggetto in rotazione. A darne conferma per la seconda volta, con nuovi dati e analisi sempre più accurate e raffinate, è il fisico Ignazio Ciufolini dell’Università del Salento, cui Nature dedica la copertina questa settimana. L’articolo è una accurata revisione degli studi condotti sul fenomeno noto come “effetto Lense-Thirring” (da Joseph Lense e Hans Thirring, i due fisici che lo analizzarono per primi) e conferma il precedente studio da lui condotto insieme al fisico Erricos Pavlis, del Joint Center for Earth Systems Technology dell’Università del Maryland, pubblicato sempre da Nature nel 2004.

Immaginare l’effetto Lense-Thirring non è difficile se si fa il paragone con una trottola che poggia su una tovaglia e a come la stoffa venga deformata dal movimento. Pensate allora a un satellite che orbita intorno alla Terra mentre questa continua a girare sul proprio asse: lo spazio-tempo in cui si trova immerso il satellite viene deformato e trascinato dalla rotazione terrestre, proprio come la stoffa. Questo significa, per dirla con i fisici, che i riferimenti inerziali rispetto ai quali decidiamo se un oggetto è fermo o accelerato, vengono trascinati dal movimento di tutte le masse in rotazione.

Nel 2004, Ciufolini e Pavlis avevano dimostrato empiricamente questo effetto, analizzando i dati conservati nei database della Nasa, sulle orbite di due satelliti artificiali, Lageos e Lageos 2,  rivestiti di “specchi” e quindi in grado di riflettere la luce laser inviata dalle moltissime stazioni sulla Terra. “Abbiamo circa 2 mila misure della posizione dei Lageos ogni 15 giorni”, spiega Ciufolini, “e siamo in grado di conoscere l’orbita dei satelliti con un’approssimazione di 2-3 centimetri. Poichè l’orbita del satellite può rappresentare, in un certo senso, un sistema di riferimento inerziale, sapere come si sposta  il piano dell’orbita significa conoscere la deformazione dello spazio-tempo dovuta alla rotazione della Terra prevista da Eistein”. 

Grazie a modelli molto più raffinati e precisi del campo gravitazionale terrestre, a nuovi programmi di calcolo e all’ appoggio fondamentale dell’Asi, le nuove misurazioni condotte, nell’ambito di una collaborazione con Germania e Usa, hanno confermato in modo più preciso i risultati di tre anni fa. Che non è poco. (t. m.)

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