Categorie: AmbienteSpazio

VIDEO: la sabbia in viaggio dal Sahara all’Amazzonia

Il Sahara, un deserto, che nutre la verde e rigogliosa l’Amazzonia, possibile? Sì, e lo fa anche in modo cospicuo, come raccontano un paio di studi che hanno stimato, sulle base di osservazioni satellitari e campionamenti a Terra, la quantità di sabbia e fosforoche si muove dalle distese dell’Africa a quelle dell’America Latina. Le ricerche fanno parte di un progetto più ampio destinato a capire qualcosa di pù sul ruolo delle polveri e degli aerosol sulclima locale e globale.

Le stime sia sulla quantità della sabbia che del fosforo – un nutriente fondamentale per la crescita delle piante e che scarseggia nella foresta amazzonica dove viene facilmente lavato via dal terreno – sono state effettuate grazie al satellite per le osservazioni ambientali Calipso, gestito dall’agenzia spaziale statunitense e francese. Le stime in questione, racconta la Nasa, parlano di 22 mila tonnellate di fosforo che ogni anno raggiungono il suolo dell’Amazzonia a partire dal Sahara (specialmente dalla depressione di Bodélé, letto di un antico lago). Una quantità pari circa a quella che viene persa dal suolo, lavata via dalla pioggia, raccontano gli esperti.

Per quel che riguarda la polvere invece – il cui movimento è influenzato dal clima ma essa stessa influenza il clima – le stime invece parlano di circa 182 milioni di tonnellate di sabbia che ogni anno si alzano dal Sahara e muovono verso ovest. Di queste quasi 28 milioni sopravvivono alla traversata atlantica e riescono a depositarsi nel bacino amazzonico, mentre 43 milioni finiscono per lo stabilirsi nel Mar dei Caraibi. Analizzando i dati anno per anno, gli esperti hanno però notato che la quantità di sabbia trasportata era molto variabile di anno in anno e per lo più dipendente dalla piovosità nella regione del Sahel.

La Nasa ha anche rilasciato un video relativo agli studi in questione e realizzato a partire dai dati acquisiti da Calipso, che mostra la distribuzione tridimensionale della polvere. Ma come fa questo satellite a ricavare questo tipo di dati? Utilizzando la tecnica lidar, il satellite manda degli impulsi luminosi verso il pianeta che vengono rimbalzati dalle particelle presenti nell’atmosfera. Il satellite riesce poi a distinguere la polvere da altre particelle in base alle caratteristiche ottiche di questo rimbalzo.

Via: Wired.it

Credits immagine: NASA Goddard’s Scientific Visualization Studio

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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  • Salve ! Sono incuriosito a riguardo della presenza di sali minerali e in particolare di fosforo nelle sabbie del Bodele nel Sahara.
    Sotto quale forma è presente il fosforo ed in quale percentuale ?
    Questa è una particolarità solamente della sabbia del Sahara o la cosa si ripete anche altrove ? Grazie per le informazioni che potrete fornirmi un cordiale saluto.
    Massimo Schiavi

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