Vince il braccio in carne e ossa

    Una studentessa diciassettenne, Panna Felsen di San Diego, ha trionfato in una sfida a braccio di ferro tra essere umano e robot organizzata dai Jet Propulsion Laboratories della Nasa di Pasadena, in California. L’idea di questa manifestazione venuta a Yoseph Bar-Cohen della Nasa nel 1999. L’obiettivo del progetto è di migliorare gli azionatori, o muscoli artificiali, usati nelle protesi o nei robot per uso industriale. Gli azionatori utilizzati dai tre bracci artificiali presentati a Pasadena appartengono alla classe di materiali conosciuti come Eap (electroactive polymers), basati su una plastica che può cambiare forma con l’attivazione elettrica o chimica. Ma evidentemente c’è ancora mola strada da fare per i ricercatori. La Felsen ha dovuto sfidare tre braccia meccaniche, e malgrado la sua mancanza di resistenza, di allenamento e di tecnica è stata capace di battere il primo braccio in appena 24 secondi. Dopo il colloquio con un esperto le sono bastati quattro secondi per il successivo braccio e appena tre secondi per il terzo e ultimo match. (f.mu.)

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