Febbre da gioco

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Quarantacinque mila miliardi per scommettere a Lotto, Totocalcio, Superenalotto, Gratta e Vinci e lotterie varie. Più del 100 per cento rispetto al 1998. Secondo le proiezioni del Censis sarà questa la spesa complessiva degli italiani catturati dal gioco. Parte questi quattrini torneranno nelle tasche di (pochi) fortunati vincitori, ma a conti fatti, ogni italiano ci avrà rimesso in media 390 mila lire. Ma assieme alla passione per le scommesse, nel nostro paese è esplosa anche quella per i sedicenti esperti di sistemi, ricette e metodi “matematici” in grado di guidare la Dea Bendata e assicurare vincite favolose. Per svelare i loro trucchi e per comprendere i veri meccanismi statistici che regolano i giochi più diffusi e popolari, l’editore Avverbi manda in libreria “Febbre da gioco”, un volumetto scritto da Ennio Peres, matematico ed esperto di giochi, impegnato da tempo nell’arginare il mare di disinformazione che circonda le reali possibilità della matematica applicata al gioco d’azzardo. Che purtroppo si limitano al massimo a fornire qualche buon consiglio su come limitare le predite. E il consiglio più semplice e sicuro è uno solo: non giocare affatto.

La teoria dei ritardi, un’idea bislacca

Che dietro ai cosiddetti metodi matematici per vincere al gioco si nascondano in realtà delle bufale dovrebbe bastare la constatazione che se esistessero sul serio, i gestori di casinò, i biscazzieri vari, nonché i responsabili delle varie lotterie nazionali avrebbero da tempo cambiato mestiere. Ma le convinzioni pseudomatematiche sono dure a morire. Una su tutte, quella sui numeri ritardatari, la cui probabilità di uscita aumenterebbe al prolungarsi del periodo trascorso dall’ultima estrazione.


Ennio Peres: “La statistica aiuta per vincere”


La cosiddetta teoria dei ritardi, si basa sull’idea che, alla lunga, tutti gli esiti di un gioco (la comparsa di testa o croce nel lancio di una moneta, l’uscita di un numero al Lotto o alla roulette) dovrebbero presentarsi lo stesso numero di volte. Se un dato numero ritarda, sostengono i “ritardatari”, la sua probabilità di estrazione dovrebbe aumentare come per una sorta di “legge di compensazione”. Idea bislacca. Ogni lancio di moneta, o estrazione al Lotto, o giro di roulette, fa storia a sé e la probabilità che si verifichi un dato evento rimane esattamente la stessa, indipendentemente da ciò che è successo nei lanci o nelle estrazioni precedenti.

Abbagli illuministi: la martingala di D’Alambert

febbre da gioco peres azzardo sistemi matematicaA parziale discolpa dei sostenitori dei ritardi, va detto che il calcolo delle probabilità è un campo della matematica assai scivoloso e a volte inganna anche menti piuttosto fini. Nel Settecento la teoria dei ritardi aveva convinto persino il grande matematico francese Jean Baptiste d’Alembert che proprio su di essa aveva basato il suo “Metodo della martingala” per ottenere vincite garantite. Il metodo consiste nel continuare a scommettere su un certo evento aumentando opportunamente la posta a ogni giocata. Prima o poi l’evento si verifica e lo scommettitore incassa una cifra che gli permette di rifarsi delle perdite precedenti e di ottenere un guadagno netto. Il metodo effettivamente funziona, ma ha un grave difetto: per stare tranquilli serve un capitale pressoché illimitato. Infatti, dato che la teoria dei ritardi non funziona, l’attesa dell’evento agognato può durare anche molto a lungo, mentre l’incremento della posta fa ben presto lievitare le scommesse a cifre vertiginose. Insomma, se non si vince nei primi giri, l’unica certezza matematica garantita è un tonfo rovinoso.

La matematica demolisce i sistemi

Altro mito incrollabile, ma illusorio: i sistemi, cioè particolari combinazioni di gioco che aumentano le probabilità di vittoria. A demolirlo c’è addirittura un rigoroso “Teorema dell’impossibilità dei sistemi” che dimostra (questa volta sì matematicamente) come nei giochi regolati solo dal caso, come il Superenalotto, non esista alcuna strategia in grado di modificare il rendimento. E’ vero che concorsi come il Totocalcio o il Totip, in cui i sistemi sono assai usati, non sono regolati solo dalla fortuna e l’esperienza di un giocatore può aiutare nel pronosticare il risultato di una partita o di una corsa di cavalli. Ma questa abilità non ha nulla a che vedere con la matematica. Mentre a volte, purtroppo, ha a che vedere con la truffa, come hanno dimostrato nel passato diversi casi di competizioni truccate. Allora come spiegare che proprio nel Superenalotto la maggior parte delle vincite più forti finisca proprio nelle tasche dei sistemisti? Semplice: la gran parte delle giocate sono appunto sistemi e non schedine singole e quindi è…matematico che i favori della Dea Bendata cadano su di loro.

Il libro

Ennio Peres
Febbre da gioco
Avverbi Edizioni
Pp 167, 12.000 lire

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