Salute

Al via un nuovo studio per uccidere i tumori con un virus

Negli Stati Uniti, per la precisione nell’istituto per la cura dei tumori City of Hope di Los Angeles, è iniziata la sperimentazione clinica di un nuovo trattamento oncologico: per la prima volta a un paziente è stata somministrata una dose (bassa) di un virus (Vaccinia virus) modificato per infettare le cellule tumorali e distruggerle, e allo stesso tempo stimolare il sistema immunitario a combattere il tumore. Questo virus oncolitico è chiamato CF33-hNIS (o Vaxinia, nome dato dalla Imugene, la società biotech australiana che ne detiene i diritti di brevetto).

Cos’è CF33-hNIS

Si tratta di un virus modificato, chimerico, che deriva da Vaccinia virus, l’agente patogeno della famiglia Poxviridae che (come suggerisce il nome stesso) è stato utilizzato per creare il vaccino contro il vaiolo umano

I Vaccinia virus sono virus a dna stabili, di cui si conosce in modo approfondito il ciclo di infezione e replicazione:  quando infettano una cellula non inseriscono il proprio materiale genetico (genoma) in quello dell’ospite, ma sfruttano la macchina cellulare per replicarsi in massa in poco tempo, finché la cellula “scoppia” e rilascia le nuove particelle virali.

CF33-hNIS mantiene queste caratteristiche, ma è modificato per infettare solo le cellule tumorali e distruggerle. Inoltre le particelle virali, quando vengono rilasciate, fungono da antigeni e contribuiscono a richiamare il sistema immunitario e a stimolarlo a combattere il tumore. CF33-hNIS contiene anche un gene (hNIS) che codifica per una proteina chiamata simporto sodio-iodio, grazie alla quale è possibile seguire il virus e verificare la replicazione virale, ma anche incrementare la morte delle cellule tumorali veicolando iodio radioattivo


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La sperimentazione

CF33-hNIS ha dato risultati molto promettenti nei test preclinici e su modelli animali, contribuendo a ridurre o eliminare sia i tumori principali sia le metastasi. Così l’azienda ha ricevuto l’approvazione dalla Food and drug administration statunitense per partire con la sperimentazione sull’essere umano. Il 17 maggio è stato dato l’annuncio della partenza effettiva dello studio, con il trattamento del primo paziente.

Il trial di fase 1 deve verificare in primo luogo la sicurezza e la tollerabilità del farmaco in pazienti con tumori solidi metastatici o in stadio avanzato, che siano già stati sottoposti in precedenza a due linee di trattamenti antitumorali standard. Il virus viene iniettato direttamente nei tumori oppure somministrato per via endovenosa, da solo o in combinazione con un altro farmaco, l’immunoterapico pembrolizumab. Lo studio, che verrà condotto in una decina di centri negli Stati Uniti e in Australia, prevede di coinvolgere in totale 100 pazienti e durerà 24 mesi.

Questo primo step, dunque, dovrà produrre un’approfondita valutazione degli eventuali effetti collaterali e della loro entità a dosi crescenti del trattamento. Per i risultati di efficacia, invece, bisognerà ancora attendere. Le premesse sono ottime, dicono dall’azienda e dalla City of Hope, e, se i risultati clinici arriveranno, CF33-hNIS potrebbe essere “un punto di svolta per la sua potenza e per la sua capacità di reclutare e attivare il sistema immunitario” contro le cellule tumorali, capace anche di addestrare le cellule immunitarie per riconoscere subito il cancro qualora si ripresentasse. E sarebbe la seconda terapia a base di virus oncolitici negli Stati Uniti (la prima è stata Talimogene Laherparepvec, o T-Vec, un herpes simplex virus modificato per il trattamento del melanoma).

Via: Wired.it

Credits immagine: Louis Reed on Unsplash

Mara Magistroni

Nata e cresciuta nella “terra di mezzo” tra la grande Milano e il Parco del Ticino, si definisce un’entusiasta ex-biologa alla ricerca della sua vera natura. Dopo il master in comunicazione della scienza presso la Sissa di Trieste, ha collaborato con Fondazione Telethon. Dal 2016 lavora come freelance.

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