Volta e i Lumi

Giuliano Pancaldi

Volta. Science and Culture in the Age of Enlightenment

Princeton University Press, 2003

pp.381, euro 34,33

Alessandro Volta è nato il 18 febbraio del 1745. È da poco passato il 259° anniversario della sua nascita, a Como. Giuliano Pancaldi, professore di storia della scienza a Bologna, ne ha costruito un ritratto a 360 gradi. Non solo con dovizia di particolari ne ricostruisce la biografia, ma anche ne contestualizza gli eventi nell’ampio quadro della cultura europea del Settecento. Un periodo particolarmente fervido di innovazione e ricerca scientifica, in cui gli studi sull’elettricità ebbero un ruolo sicuramente molto importante. Si era in cerca di un modello in grado di spiegare i fenomeni della vita: l’elettricità, con le sue straordinarie caratteristiche, sembrava avere molto a che fare con essa. La controversia, tutta italiana ma di grande risonanza internazionale, tra Volta e Galvani sull’elettricità animale rientra in questo contesto, e ha lasciato un segno nella storia della scienza come modello di dibattito sperimentale.La disputa con Galvani è stata fondamentale per il percorso di Volta verso la celeberrima pila, la cui invenzione viene comunicata al presidente della Royal Society nel 1800 e l’anno successivo presentata al cospetto di Napoleone. Ma la scoperta della pila è stata solamente una tappa, seppure importante, nella carriera scientifica di Volta. Lo scienziato era infatti già conosciuto a livello europeo per le sue ricerche in molti campi della fisica, della geologia e della chimica. Questi studi gli erano già valsi numerosi riconoscimenti, per esempio la medaglia d’oro Copley dalla Royal Society (1794), nonché i prestigiosi incarichi accademici in Italia: nel 1785 venne infatti nominato rettore dell’università di Pavia, ateneo nel quale era già da molti anni professore di fisica.La parte sicuramente più interessante del volume di Pancaldi è la ricostruzione del contesto di ricerca italiano ed europeo nell’ambito delle scienze fisiche. Con notevole precisione, vengono ricostruiti i network di relazioni che Volta aveva stabilito con i suoi colleghi sparsi per l’Europa, presso cui fece anche molti viaggi prima di divenire rettore a Pavia. Le particolari condizioni socioeconomiche della Lombardia di fine Settecento lo misero in condizione di essere in mezzo a un ambiente culturale vivo e stimolante, mettendolo in contatto sia con la cultura francese che con l’area tedesca, oltre che con gli studiosi inglesi. Lungo tutto il volume, si percepisce chiaramente il panorama europeo che fa da sfondo all’educazione e agli studi di Volta. I documenti forniti da Pancaldi rivelano d’altra parte una netta divisione culturale della penisola, ancora lontana dall’essere nazione. I corrispondenti di Volta a sud del Po sono una sparuta minoranza, mentre i corrispondenti europei non solo sono molti ma includono personalità del calibro di Priestley, Magellano, Saussure, Banks. Il contesto internazionale è inoltre oggetto del settimo capitolo, che presenta una comparazione della ricezione della pila di Volta in cinque nazioni europee, dimostrando come lo studio dei contesti nazionali sia fondamentale e necessario per un corretto inquadramento storico. Organizzato secondo una linea cronologica, il volume si caratterizza per l’uso precipuo delle fonti primarie: epistolari, appunti di laboratorio, manoscritti non pubblicati, oltre alle opere edite, fanno da base a uno studio preciso e dettagliato dell’evoluzione culturale di Volta, nonché dello sviluppo delle scienze e della cultura dell’Illuminismo.

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