Perché le ragazze prendono voti più alti a scuola?

voti
(Foto: Eliott Reyna on Unsplash)

“Ho preso un brutto voto, ma è colpa professore”. Chi non hai mai pronunciato questa frase tornando a casa da scuola? Se in molti casi poteva sembrare una giustificazione banale – e probabilmente lo era – in altri nascondeva, forse, un pizzico di verità. Le valutazioni degli insegnanti infatti non considerano solo le reali competenze accademiche ma possono essere influenzate dalle loro caratteristiche individuali, da quelle dello studente, dalle interazioni e dal contesto che li circonda. Ma non solo: i docenti tendono a valutare più generosamente le ragazze rispetto ai ragazzi., in maniera sistematica Lo sostiene il nuovo studio guidato dalla sociologa Ilaria Lievore dell’Università di Trento, appena pubblicato su British Journal of Sociology of Education, nato proprio con l’intendo di comprendere quali sono i meccanismi alla base di questo divario.

Quanto conta un voto a scuola

“Nel mondo della ricerca educativa, sono numerosi gli studi che testimoniano l’esistenza di una differenza nella valutazione tra ragazzi e ragazze. In questo studio aggiungiamo nuove variabili, come le caratteristiche degli insegnanti, la composizione delle classi e i percorsi scolastici, perché l’obiettivo è quello di azzerare questo divario”, spiega a Galileo Lievore.

Indagare il modo in cui gli insegnanti valutano gli studenti è importante per vari motivi infatti: i voti influenzano la motivazione e lo sforzo degli studenti stessi e quindi i loro esiti educativi; arrivano ai genitori e di conseguenza posso condizionare le loro decisioni future in tema di istruzione scolastica dei figli e sono fonte di informazione per gli insegnanti stessi. E, come conseguenza di tutto questo, le valutazioni influenzano i livelli successivi di istruzione e, ancora più a lungo termine, le scelte occupazionali e i guadagni. Non si tratta insomma solo di un voto.

Perché esiste un bias a favore delle ragazze?

I ricercatori hanno formulato una serie di ipotesi derivanti da teorie psicologiche, sociologiche ed economiche per spiegare cosa possa influenzare o meno le valutazioni da parte dei docenti. Il loro obiettivo era di stabilire in che misura le studentesse sono valutate più generosamente degli studenti ma anche di comprendere se le caratteristiche degli insegnati, della classe e della scuola influenzano queste valutazioni.

Diverse ipotesi infatti sono state avanzate per spiegare questo sbilanciamento a favore delle ragazze. Secondo la “teoria delle aspettative”, gli insegnanti hanno percezioni e aspettative legate a degli stereotipi nei confronti degli studenti che implicano una valutazione a priori in specifiche discipline, che ovviamente posso essere anche distorte. Lo stereotipo femminile in questo caso è ben radicato e vede le ragazze come brave, educate e magari con più difficoltà nelle scienze dure, come la matematica. Ammettendo che gli stereotipi giochino un ruolo nelle valutazioni, ne consegue che è più probabile che gli insegnanti valutino le studentesse in modo più generoso rispetto agli studenti perché le percepiscono appunto più educate, più motivate, desiderose di imparare e, nel caso specifico della matematica, conferiscono loro una sorta di premio, data la proverbiale difficoltà della materia.

Ciascun insegnante poi ha determinate caratteristiche, opera in un contesto e pertanto interpreta in maniera differente le capacità cognitive degli studenti. Secondo la teoria della “minaccia stereotipata” gli insegnanti premierebbero inconsciamente gli studenti con modi di comportarsi o essere simili ai propri. Anche quando si parla del genere del docente: gli insegnati maschi hanno meno probabilità di sopravvalutare le ragazze rispetto alle insegnanti donne. Altre caratteristiche che secondo i ricercatori possono influenzare il modo in cui gli insegnati valutano gli studenti sono l’età e quindi l’esperienza e le condizioni lavorative. Gli insegnati più anziani, con più esperienza e con migliori condizioni contrattuali potrebbero mostrare un gap inferiore nella valutazione.

In ultimo i ricercatori hanno preso in considerazione anche le caratteristiche della classe e della scuola, avanzando diverse ipotesi. Una è la cosiddetta “ipotesi strutturale” secondo cui in aule più piccole le differenze nella valutazione tra maschi e femmine si riducono. Un’altra è l’ “ipotesi compositiva”: nelle aule dove gli studenti hanno particolari condizioni socio-economiche e dove la percentuale di studentesse è maggiore, il divario nella valutazione è minore.

Lo studio

Ma come capire cosa influenzi davvero le valutazioni degli studenti a favore delle ragazze? Per farlo Lievore e il collega Moris Triventi hanno raccolto dati provenienti dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo (INVALSI) relativi a 39.000 studenti iscritti al secondo anno delle scuole superiori. “Le scuole superiori offrono un contesto con numerose variabili in Italia e andando avanti con il livello di istruzione le differenze nella valutazione aumentano – spiega la ricercatrice – alle scuole elementari per esempio la distribuzione dei voti è più omogenea, non avrebbe avuto senso raccogliere i dati” .

I dati contengono informazioni relative alle valutazioni degli insegnati sulle capacità degli studenti e valutazioni su test standardizzati in matematica e lingua. Inoltre INVALSI nel 2012 per la prima volta ha utilizzato un questionario rivolto ad un numero casuale di insegnanti di lingua e matematica per raccogliere informazioni sulle loro caratteristiche socio-demografiche, abitudini di insegnamento, profili professionali e atteggiamento verso l’insegnamento. Quindi è stato possibile collegare le informazioni degli insegnanti con quelle degli studenti.

I risultati

I ragazzi sono più bravi in matematica e le ragazze in lingua: questo è quello che emerge dai test INVALSI standardizzati. In entrambe le discipline, però il voto degli insegnati per le studentesse è più alto. Il voto medio in lingua è di 6.2 per i ragazzi è 6.6 per le ragazze, in matematica le studentesse hanno in media un voto pari a 6.3, mentre per i maschi è di 5.9. E le ragazze ricevono, in media, voti più alti rispetto ai ragazzi a parità di livello di competenze. Perché?

I ricercatori non hanno riscontrato differenze significative nella valutazione degli studenti e delle studentesse in relazione alle caratteristiche degli insegnanti, al tipo di contratto o al tipo di scuola. Il voto delle ragazze è più alto a prescindere. Per quanto riguarda la composizione della classe, solo per la matematica, il numero degli studenti influenza la valutazione: i ragazzi sembrano più penalizzati quando le classi sono più numerose. La differenza di valutazione pare sistematica, spiegano gli autori.

Secondo i ricercatori un limite dello studio potrebbe essere derivare dal fatto che le valutazioni considerate sono quelle di medio termine e non quelle finali. “E’ evidente che c’è una differenza nelle valutazioni ma mancano dati che fanno riferimento agli atteggiamenti degli studenti in classe e una valutazione accurata degli stereotipi di genere degli insegnati. Solo includendo questi dati si potranno formulare ipotesi di discriminazione degli insegnanti contro i ragazzi e a favore delle ragazze”, conclude Lievore.

Riferimenti: British Journal of Sociology of Education

Credits immagine: Eliott Reyna on Unsplash