Tutti i crimini ambientali in un atlante globale

Lanciato a marzo dell’anno scorso, il sito del Global Atlas of Environmental Justice, un importante progetto ecologico dell’Environmental Justice Organisations, Liabilites and Trade, è stato accolto con calore dalla stampa, dai ricercatori e dagli attivisti: più di 250mila persone hanno aperto il sito e le sue pagine oltre un milione di volte. Ed ora, una nuova, migliore versione del sito è stata lanciata. Ma perché è così importante?

Global Atlas of Environmental Justice è atlante interattivo che cataloga migliaia di testimonianze di progetti dannosi per l’ambiente, dalle miniere ai siti di smaltimento di rifiuto tossici, dalle raffinerie di petrolio alla aree deforestate. In questo modo, l’EJOLT spera di poter offrire supporto alle organizzazioni per la giusizia ambientale, grazie anche alla collaborazione con l’Unione Europea e la Autonomous University di Barcellona.

“Il nuovo sito renderà i collegamenti tra le attività economiche, le società e i loro impatti ambientali ancora più chiari,” ha spiegato Leah Temper, coordinatrice del progetto: “Questo renderà migliore il suo utilizzo da parte delle organizzazioni per la giustizia ambientale e le comunità front-line”. Paul Mohai della Michigan University ha sottolineato quanto sia importante per le persone coinvolte in queste attività l’accessibilità ad informazioni e risorse.

Ma veniamo alle novità: in che modo il sito è stato migliorato? In primo luogo, la collezione di casi di conflitti ambientali raccolta è stata ampliata e approfondita: sono ora 1400 i casi documentati sul sito, provenienti da tutti i continenti grazie al contributo di oltre 130 collaboratori (e l’Italia non ne è affatto immune, con diversi casi segnalati da Nord a Sud, come mostra la mappa e l’immagine sopra). I casi coprono ora regioni dove è notoriamente difficile ottenere informazioni dettagliate, come ad esempio la Cina, il Kazakhstan e la zona occidentale del Sahara.

Anche il layout del sito è stato migliorato per includere una interfaccia più semplice da usare, che incoraggia la condivisione dei casi sui social media. Nuove categorie e filtri sono stati inoltre aggiunti alla sezione per le ricerche, che è stata completamente riprogettata per migliorare l’interazione degli utenti con il sito.

“Il progetto invita coloro che prendono le decisioni nell’Unione Europea ad integrare i problemi riguardanti la giustizia ambientale nei loro ordini del giorno, per poterci finalmente muovere verso la riduzione dell’attuale atmosfera di impunità riguardo ai crimini ambientali,” ha commentato Joan Martinez-Alier, economista spagnolo e attivista.

Riferimenti e credits immagine: EJOLT

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