Verso un vaccino universale per l’influenza

Un vaccino universale per l’influenza, in grado di proteggere da tutti i ceppi della malattia e di eliminare così il bisogno di ripetere la vaccinazione ogni anno. Si tratta di un obbiettivo rincorso da decenni, ma estremamente difficile da realizzare a causa della facilità con cui i virus influenzali sviluppano mutazioni, rendendo inutili i vaccini realizzati per la stagione precedente. Un importante passo in avanti però arriva oggi dai ricercatori dello Scripps Research Institute e del Janssen Prevention Center, che sulle pagine di Science hanno presentato una nuove tecnica che promette, almeno in linea di principio, di sconfiggere le rapide mutazioni del virus, per arrivare ad un vaccino efficace su tutti i ceppi esistenti della malattia.

Il punto di partenza scelto dai ricercatori è una proteina nota come emoagglutinina (o Ha), una molecola presente in tutti i sottotipi del virus influenzale che svolge un ruolo fondamentale nei meccanismi che danno luogo all’infezione. La parte terminale di questa proteina, definita testa, presenta una forte variabilità tra differenti ceppi del virus, ma il cosiddetto stelo, regione che viene utilizzata dal virus per connettersi alla cellula da infettare, è particolarmente stabile. È su questa regione, un obbiettivo perfetto per lo sviluppo di un vaccino universale, che si sono concentrati i ricercatori.

“Quello che abbiamo creato è un vaccino che riproduce perfettamente lo stelo della proteina virale emoagglutinina, e specificatamente dell’epitopo al quale si legano anticorpi in grado di neutralizzare diversi ceppi di influenza”, ci ha spiegato Antonietta Impagliazzo, ricercatrice dello Janssen Prevention Center e prima autrice della ricerca. “La testa dell’emoagglutinina, che a differenza dello stelo è la parte più variabile della proteina e da cui dipende il fatto che abbiamo bisogno di vaccini stagionali, è invece stata eliminata”.

Il vaccino così realizzato è stato sperimentato su modelli animali, e si è dimostrato efficace nell’indurre la produzione di anticorpi che riconoscono diversi ceppi di del virus dell’influenza A, tra cui ad esempio il noto H5n1, o virus dell’influenza aviaria.

Come spiega Impagliazzo, resta ancora molto lavoro prima di arrivare ad autentico vaccino universale, ma i risultati del nuovo studio segnano comunque una meta importante. “I risultati presentati in questo studio sono un primo passo verso lo sviluppo di un vaccino universale, ma probabilmente bisogna creare un equivalente antigene per l’influenza group 2 e B”, conclude la ricercatrice. “La nostra strategia è adesso di lavorare su queste componenti per arrivare al vaccino universale. Per questo ci vorranno alcuni anni e solo allora ci muoveremo verso gli studi clinici sugli esseri umani”.

Riferimenti: Science DOI: 10.1126/science.aac7263

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