Doping: ecco cosa fanno le sostanze più usate

Russia. Uno dei paesi che vanta più vittorie, titoli e record sportivial mondo. Su cui però si è appena abbattuta una vera e propria bufera: la World Anti-Doping Agency (Wada), organismo internazionale che si occupa di combattere il doping e monitorare il Codice di condotta che armonizza le politiche sportive nazionali, ha infatti pubblicato un report che accusa pesantemente la Russia, evidenziando diverse falle nei sistemi di controllo antidoping e oltre mille casi di insabbiamento dei campioni biologici prelevati agli atleti. Una rivelazione di dimensioni epiche, che potrebbe portare – a meno di una giustificazione puntuale della federazione russa – allasospensione degli atleti sovietici da ogni tipo di competizione extraterritoriale, con particolare riferimento a Olimpiadi, Mondiali ed Europei.

Il doping in Italia
Qual è la situazione, invece, in Italia? Per saperne di più, abbiamo sfogliato l’ultimo rapporto (relativo all’anno 2014) della Commissione per la vigilanza e il controllo del doping delMinistero della salute: il 4,1% degli atleti (un campione di 1427 persone) è risultato positivo ai controlli antidoping, l’1% in più rispetto ai dati del 2012. Il rapporto ha anche evidenziato una sostanziale differenza di genere tra gli atleti risultati positivi: la percentuale di positività è pari al 1,5% degli uomini e all’1,8% delle donne, con un’età media rispettiva di 43,7 e 39,1 anni. “Rispetto agli anni precedenti”, ci racconta Roberta Pacifici, direttrice del Reparto di Farmacodipendenza, Tossicodipendenza e Doping all’Istituto Superiore di Sanità e coautrice del report, “abbiamo assistito all’aumento della positività per agenti anabolizzanti,diuretici ed Epo e a una diminuzione della positività per cannabis, il cui consumo è però collaterale e non ha niente a che fare con il miglioramento delle prestazioni sportive”.

Gli anabolizzanti
Gli agenti anabolizzanti cui fa riferimento la ricercatrice sono una categoria di sostanze, dominata da testosterone e suoi derivati, come nandrolone e stanozololo, in grado di aumentare la massa muscolare e la potenza, mimando il comportamento dell’ormone sessuale maschile nell’organismo e stimolando così la sintesi di nuove proteine che costruiscono i muscoli. L’uso di tali agenti, abbinato all’esercizio fisico, può tradursi in un aumento della forza fisica fino al 38% negli uomini e anche di più nelle donne, ma c’è un rovescio della medaglia. “Gli agenti anabolizzanti”, spiega ancora Pacifici, “hanno effetti collaterali molto gravi. La somministrazione in età prepuberale blocca in modo irreversibile la crescita delle ossa lunghe. Nell’età adulta, l’uso di anabolizzanti provoca azoospermia, impotenza e ipertrofia prostatica negli uomini e ipervirilizzazione nelle donne, oltre che problemi alsistema cardiocircolatorio e tumori al fegato”. Per di più, si tratta di sostanze che creano dipendenza e provocano iper-aggressivitàdopo la somministrazione e depressione nelle fasi di astinenza. Il consumo di anabolizzanti è spesso associato a quello di diureticiche ne mascherano la presenza, rendendoli invisibili ai controlli – ed è per questo che anche i farmaci diuretici sono inclusi nella lista delle sostanze proibite.

Gli ormoni proteici
L’Epo, o eritropoietina, rientra invece nella categoria dei fattori di crescita e ormoni proteici, che stimolano la produzione di globuli rossi, migliorando così la disponibilità di ossigeno nel sangue e la resistenza fisica. “Più globuli rossi”, mette in guardia Pacifici,“significa però sangue più viscoso, il che provoca un aumento del rischio di ictus e infarto”. Tra le altre sostanze della stessa categoria, ricordiamo l’ormone della crescita (Gh), il fattore di crescita insulino-simile (Igf-1) e l’insulina, che aumentano la massa muscolare, alzano l’ematocrito, migliorano l’utilizzo degli zuccheri da parte di muscoli e sono associate all’insorgenza ditumori e al danneggiamento del pancreas.

Gli stimolanti, i narcotici e le emotrasfusioni
Ma la lista nera delle sostanze dopanti non finisce qui. Nel novero troviamo anche gli stimolanti, cioè amfetamine, cocaina ed efedrina, che agiscono direttamente sul sistema nervoso centrale, spingendo l’organismo a superare i propri limiti, e che hanno provocato diverse morti durante le gare; i narcotici, come eroina,morfina e derivati, che riducono la soglia del dolore e possono portare a scompenso respiratorio, choc e collasso cardiocircolatorio; le emotrasfusioni, pratiche di somministrazione di globuli rossi o prodotti derivati dal sangue, con gli stessi effetti (e pericoli) dell’eritropoietina.

Il doping genetico
Una menzione particolare, infine, è riservata alla nuova frontiera del doping genetico, la modifica del dna degli atleti per migliorarne le prestazioni. Un settore “di cui ancora conosciamo poco, se non i pochi risultati ottenuti sugli animali”, racconta Pacifici, ma che potrebbe rivelarsi particolarmente pericoloso nel prossimo futuro.

Credits immagine: WCdoorgunner via Compfight cc
Via: Wired.it

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