Nessun collegamento tra mercurio e Alzheimer

Il mercurio è un elemento chimico altamente tossico per gli esseri umani, specialmente nella sua forma organica presente nel pesce e altri cibi, tramite i quali esso viene assorbito ed accumulato nei nostri tessuti. Nonostante ancora non si sappia molto riguardo la sua relazione con la neuropatologia del cervello, sono molti gli studi che in passato hanno collegato il consumo di pesce, in quanto fonte di mercurio, al deterioramento delle facoltà mentali. Martha Clare Morris del Rush University Medical Center di Chicago ha cercato di capire, assieme ai suoi colleghi, se il consumo di pesce sia effettivamente collegato a livelli di mercurio più alti nel cervello, e se esiste un link tra questi e lo sviluppo di neuropatologi e cerebrali. I risultati sono stati presentati in una ricerca pubblicata su JAMA.

Durante lo studio, sono stati analizzati i cervelli di persone decedute che avevano preso parte, tra il 2004 e il 2013, al Memory and Aging Project, un progetto di ricerca pluriennale che ha come scopo lo studio di memoria, mobilità e forza durante la terza età. Durante il progetto, il consumo di pesce viene misurato tramite l’utilizzo di questionari che raccolgono la frequenza con cui venivano ingeriti alcuni alimenti.

Nei 286 cervelli analizzati dai ricercatori, i livelli di mercurio erano positivamente correlati con il numero di pasti a base di pesce consumati durante la settimana: più pesce veniva consumato, maggiore era la quantità di mercurio nel cervello. Tuttavia nei modelli corretti per età, sesso, educazione e fabbisogno giornaliero, il consumo di uno o più pasti a base di pesce durante la settimana era significativamente correlato, per esempio, a una minore densità di placche senili e un minor numero e gravità di ammassi neuro-fibrillari (entrambi segni di presenza dell’Alzheimer).

Nonostante il consumo di pesce sia quindi collegato a livelli più alti di mercurio nel cervello, questi non sembrano essere a loro volta collegati ad una maggiore probabilità di sviluppo di neuropatologie del cervello. Tuttavia, gli autori spiegano che i partecipanti appartenevano a un gruppo di persone anziane di origine caucasica, e che quindi i risultati potrebbero non essere generalizzabili per persone più giovani o per altri gruppi etnici.

“Per quanto ne sappiamo, questo è il primo studio che si occupa della relazione tra la concentrazione di mercurio nel cervello e la sua neuropatologia,” hanno aggiunto gli autori, “L’assenza di effetti deleteri del mercurio sul cervello è supportata da studi secondari che non hanno trovato alcune differenza tra le concentrazioni di mercurio presente nel cervello, sangue e siero di persone affette da Alzheimer e pazienti sani.”

Riferimenti: JAMA doi: 10.1001/jama.2015.19451

Credits immagine:  liverpoolhls via Compfight cc

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