H5N8, l’influenza aviaria in Olanda

aviaria
(foto via Pixabay)
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Il 26 novembre, in sei fattorie dei Paesi Bassi (il secondo più grande esportatore di prodotti agricoli del mondo), sono state abbattute circa 190mila anatre a causa di un focolaio di influenza aviaria. Dopo la scoperta del virus nel villaggio di Biddinghuizen, a circa 70 chilometri a Est di Amsterdam, infatti, le autorità sanitarie olandesi hanno emanato il provvedimento, sperando così di impedire la diffusione del virus ad altri paesi dell’Europa. In realtà, in Danimarca, Finlandia, Germania e Svezia sono già stati segnalati altri focolai di aviaria.

Il ceppo che è stato trovato negli allevamenti olandesi è l’H5N8, altamente contagioso tra il pollame e gli uccelli selvatici. Questo ceppo, rilevato per la prima volta in Corea del Sud nel primi mesi del 2014, si diffuse rapidamente tra l’autunno 2014 e la primavera del 2015 in Giappone, Nord America ed Europa, causando epidemie in moltissimi allevamenti di pollame. Secondo gli scienziati, tramite il monitoraggio degli uccelli sulle loro migrazioni a lunga distanza, si può segnalare in maniera tempestiva i focolai dell’influenza: questa viene portata dagli uccelli selvatici che migrano dall’Asia verso l’Europa e il Nord America attraverso l’Artico, e il contatto degli uccelli infetti o dei materiali contaminati con i loro escrementi sono la più probabile via di trasmissione.

Per ora, non è il caso di allarmarsi: la maggior parte dei virus dell’influenza aviaria, infatti, non infetta gli esseri umani. Al momento non sono mai stati registrati casi umani di infezione da H5N8, a differenza di H5N1, che dal 2003 ha ucciso invece centinaia di persone, soprattutto in Asia, a seguito di un contatto diretto o indiretto con gli uccelli infetti, vivi o morti.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), comunque, l’infezione umana con il virus H5N8 non può essere esclusa a priori, anche se le probabilità sono molto ridotte. L’Oms quindi raccomanda di evitare il contatto con pollame, uccelli selvatici o altri animali che sono malati o vengono trovati morti, lavarsi bene le mani con sapone o un disinfettante adatto e seguire una buona sicurezza alimentare e le buone pratiche di igiene alimentare.

Via: Wired.it

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