Un mal di stomaco da Nobel

“Per la scoperta del batterio Helicobacter pylori e il suo ruolo nella gastrite e nell’ulcera peptica”: con questa motivazione il premio Nobel per la medicina è stato attribuito quest’anno a Robin Warren e Barry Marshall, gli scienziati australiani che hanno rivoluzionato l’approccio e la cura di malattie che affliggono milioni di persone nel mondo. Come spesso accade, l’attribuzione del premio segue di molti anni il lavoro dei ricercatori. In compenso, per una volta i saggi del Karolinska Institute di Stoccolma non hanno premiato una ricerca di base, ma una scoperta che si è già tradotta da tempo in enormi passi avanti per la medicina. Tutto cominciò a Perth nel 1973 quando il patologo Robin Warren osservò che la metà dei pazienti sottoposti a biopsia gastrica mostrava una nutrita schiera di colonie batteriche nella parte inferiore dello stomaco, proprio là dove i segni d’infiammazione erano particolarmente severi. L’intuizione di un’origine batterica per malattie fino ad allora era attribuite a stress e a cattive abitudini sollevò la curiosità del giovane dottorando Barry Marshall. Che permise alle ipotesi di Warren di concretizzarsi grazie al riconoscimento di un batterio fino ad allora sconosciuto, chiamato poi Helicobacter pylori. Ma la comunità scientifica accolse con freddezza e scetticismo i risultati degli australiani: come potevano sopravvivere forme viventi in un ambiente così ostile alla vita come quello dello stomaco e dei suoi succhi gastrici? Il batterio inoltre non era ancora stato coltivato a livello sperimentale, cosa fondamentale per dimostrarne il potere patogeno e per mettere a punto una cura. Come nelle migliori scoperte scientifiche, il caso ci mise lo zampino: una coltura dimenticata in termostato nel week-end pasquale permise alle colonie di crescere e al batterio di essere messo in coltura. Era il 1982: da quel momento in poi il lavoro dei due scienziati dimostrò che l’Helicobacter pylori è responsabile del 90 per cento delle ulcere duodenali e di oltre l’80 per cento di quelle gastriche. Da lì alla messa a punto di una cura il passo fu breve: essendo infezioni, queste malattie potevano essere curate in maniera definitiva con una terapia antibiotica. Per dimostrarne l’efficacia, quasi come un moderno Pasteur, Marshall arrivò ad inghiottire una coltura batterica provocandosi un forte attacco di gastrite, poi del tutto guarito grazie agli antibiotici. L’accettazione della relazione tra Helicobacter pylori e malattie gastriche da parte della comunità scientifica fu confermata ufficialmente nel 1993 con la pubblicazione degli studi di Warren e Marshall sulla rivista “The Lancet”. “Anche noi a Bologna verso la fine degli anni Settanta avevamo ipotizzato che i germi nello stomaco potessero essere responsabili di gastriti e ulcere ma la comunità scientifica non ci ha dato credito; la differenza con Warren e Marshall è che loro hanno avuto l’intuizione di berseli”, commenta così il professor Giovanni Battista Gasbarrini, direttore dell’Istituto di Medicina Interna dell’Università Cattolica di Roma e unico italiano socio onorario della British Society of Gastroenterology. “Ancora oggi ci sono specialisti che hanno dei dubbi”, continua Gasbarrini, “noi invece ci abbiamo sempre creduto”. Gasbarrini è anche tra i fondatori dello European Helicobacter Study Group, un gruppo di studio a livello europeo attivo nella ricerca e nella messa a punto di sempre nuove strategie terapeutiche. In questi ultimi anni infatti si è scoperto che l’Helicobacter non solo è correlato alle malattie gastriche, finanche al cancro allo stomaco, ma anche ad altre patologie come l’anemia sideropenica, la trombocitopenia e l’aborto ripetuto. Se la scoperta di Warren e Marshall ha permesso notevoli passi avanti nella cura di ulcera e gastrite, tanti sono quelli ancora da fare. “L’Italia è ai primi posti al mondo per la ricerca delle forme resistenti agli antibiotici”, conclude il professor Gasbarrini, “attualmente si cerca una predisposizione genetica da correlare ai fattori ambientali che favoriscono l’insorgenza delle malattie connesse alla presenza del germe”.

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