Una banca sotto zero

Un vero e proprio rifugio della biodiversità è stato inaugurato ufficialmente oggi presso le isole Svalbard, nel Circolo Polare Artico. Si tratta della struttura concepita per diventare la più grande banca fitogenetica del mondo, una fortezza ghiacciata che ospiterà e conserverà le sementi più importanti  per l’alimentazione umana.

La Global Seed Vault, questo il nome della struttura, è stata finanziata e costruita dalla Norvegia (che quindi ne è proprietaria) come servizio alla comunità mondiale. Al progetto contribuisce anche il Fondo Mondiale per la Diversità delle Colture (l’organizzazione fondata nel 1992 dalla Fao, Biodiversity International e Consultative Group on International Agricultural Research (per la conservazione e disponibilità della diversità delle colture per la sicurezza alimentare mondiale), che supporterà sia  l’operatività del deposito, sia la preparazione e il trasporto dei semi dai vari paesi. Il Nordic Genetic Resource Center (NordGen), infine, si occuperà della gestione della banca e di un database pubblico – consultabile on line – di tutti i campioni che nel tempo si aggiungeranno all’elenco.

Nel deposito verranno conservati i duplicati delle collezioni di tutto il mondo. “Se le sementi si perdono, per esempio in seguito a disastri naturali, guerre o semplicemente a causa di mancanza di risorse”, si legge nel comunicato, “le collezioni potranno essere ricreate usando i semi di Svalbard”. La banca contiene già 268mila campioni diversi (circa dieci tonnellate), ma potrà raggiungere quattro milioni e mezzo di campioni, per un totale di circa due miliardi di semi.

La struttura si trova vicino al villaggio di Longyearbyen sull’isola di Spitsbergen, all’interno di galleria scavata per 130 metri nella roccia gelata di un monte ricoperto dal permafrost, e consiste di tre stanze mantenute a temperatura costante da un compressore da dieci kilowatt. I semi vengono conservati a -20 gradi centigradi, sigillati dentro contenitori di quattro strati di alluminio, condizione che permetterà loro di rimanere vitali per moltissimi anni (per citare degli esempi, l’orzo è in grado di durare fino a 2mila anni, il grano 1.700, il sorgo quasi 20mila). Nel caso di imprevisti, nel peggiore degli scenari, le stanze dovrebbero rimanere congelate in modo naturale per almeno 200 anni (qui il link al sito di Portfolio che offre una visione interattiva della struttura). (t.m.)

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